Trovo abbastanza fastidioso che si continui a parlare degli algoritmi motori delle proposte commerciali che incontriamo in rete come di una sorta di “Spectre” digitale contemporanea. Quando invece, come ben messo recentemente in evidenza dagli ultimi lavori di Baricco, si tratta di un sistema del quale siamo consapevoli partecipanti e co-autori. Questo non significa che non ci sia tantissimo da migliorare o da evitare, c’è e bisogna impegnarsi verso una corretta crescita della “cultura digitale”. Così come vero è che bisogna stare attenti ai condizionamenti culturali, da affrontare, come sempre è stato, con lo sviluppo di una sempre maggiore capacità di “pensiero critico”. Ma evitiamo, per favore, di fare finta che adesso viviamo in un mondo che ci controlla più di quanto sia successo nelle epoche precedenti! Un esempio? Avete presente i ragazzi che andavano al fronte durante la prima guerra mondiale? Avevano 18 anni, o anche meno, e andavano, piangendo, ben consapevoli che sarebbero morti al primo o al secondo assalto in uscita dalla trincea. Eppure andavano! Senza dubbi, andavano! Come era possibile, com’è stato possibile che abdicassero così completamente alla propria personale volontà di sopravvivenza? Succederebbe oggi la stessa cosa? Credo di no. Ne deduco che il condizionamento e il controllo dei comportamenti in quel periodo storico fossero più efficaci e più pervasivi di quelli attuali. Non dimentichiamolo.
Categoria: web
Ignoranza, frustrazione, salvinismo
L’idea che mi ha portato a questo titolo è presto sintetizzata così: il salvinismo, ovvero questo consenso apparentemente inspiegabile verso una persona di questo tipo, deriva dalla incapacità di gestire la frustrazione derivante dalla consapevolezza della nostra personale ignoranza. Spiego come mi sia venuta questa idea.
Stamattina, come sempre faccio quando ne ho la possibilità, leggo il giornale e mi imbatto nell’articolo di Maurizio Ferraris dal titolo “Il giorno che siamo diventati alienati e contenti” nel quale si cerca di superare l’inadeguatezza delle classiche entità economiche dell’analisi marxista con concetti più adeguati a ragionare del lavoro e dell’economia nell’epoca della trasformazione digitale (perdonate la brevità). Apprezzo l’articolo anche se capisco che riesco ad apprezzarlo solo parzialmente a causa delle mie ignoranze sia riguardo il pensiero marxista che le attuali dinamiche del lavoro e dell’economia.
Rimango con la curiosità di sapere qualcosa di più sull’autore, a cominciare dalla faccia che ha. Cerco quindi su YouTube qualche intervento (a latere: da quando fruisco di YouTube sul televisore ne apprezzo molto di più i contenuti…) trovando tanti interventi e ne avvio uno del Festival della Comunicazione. É recente e quindi il tema trattato ha molti punti in comune con quelli dell’articolo. Mi bastano i primi 18 minuti per capire che, per capire veramente, dovrei sapere un sacco di cose che non so. Vengo a sapere del significato della parola “taglia”, che la moneta ha un valore documentale, che questo tipo di processo risale addirittura al neolitico, insomma un sacco di cose che mi procurano più domande che risposte, che mi suscitano ancora più curiosità di quante nel soddisfino.
E qua spunta una certa frustrazione! Come fare a sapere tutte le cose che non so? So bene, per esperienza di tanti anni di esposizione al web, che non ci riuscirò, che andando avanti scoprirò ancora più cose da sapere e da capire. Faccio insomma esperienza della complessità. Faccio esperienza dei miei limiti.
E qua di fila subito due intuizioni: la prima è che non è vero che non esiste più la sinistra! Solo che non si identifica più con l’aderire al pensiero marxista prima e genericamente progressista dopo. Possiamo oggi piuttosto pensarla come costituita da quelle persone e quell’atteggiamento filosofico che accettano l’idea della complessità e che cercano di capirla e di descriverla.
La seconda è che se personalmente non riusciamo a trovare un senso allo sperdimento cognitivo, se la gestione della frustrazione ci fa venire l’ansia, se quest’ansia ci fa stare troppo male, allora siamo fortemente tentati dalla semplificazione eccessiva, dalla banalizzazione salviniana. Ricordiamoci che tra i motivi del successo del fascismo c’è l’esplicita dichiarazione di farla finita con le riflessioni e le teorizzazioni e piuttosto di preferire in modo acritico e incondizionato l’azione.
Dunque per uscire dall’impasse politica in cui versiamo non basta leggere più libri (ogni riferimento a Baricco è assolutamente voluto): bisogna andare di più dallo psicologo!
Colpevoli approssimazioni
Approssimare spesso è indispensabile per riuscire a descrivere fenomeni e sistemi complessi e l’uso dell’approssimazione fa parte delle pratiche di tutte le scienze pure e applicate. Ovviamente deve essere accettabile cioè non deve invalidare il ragionamento o il calcolo che stiamo eseguendo. Mi spiace quindi rilevare un esempio inaccettabile nel brano che segue:
Quando si fa una affermazione di questo tipo si confonde, anzi si identifica, il web con i social e si caratterizza l’intero web come ambiente nel quale il confronto e il dibattito siano impossibili. Si liquida in modo massimalista una delle più brillanti e utili invenzioni nella storia dell’umanità.
Accettabile?
Disprezzo delle regole e delle persone – Repubblica Palermo
Apro stamattina l’edizione locale di Repubblica, il giornale che leggo abitualmente e al quale sono in qualche modo affezionato, e trovo che una mia foto di alcuni anni addietro è stata usata come corredo ad un articolo inserito nelle pagine culturali.
La foto è senz’altro mia ed è recuperabile su Flickr all’indirizzo: https://flic.kr/p/3rgPv5
Come quasi tutte le mie foto su Flickr ( in genere faccio eccezione per foto con persone riconoscibili) è rilasciata in licenza Creative Commons del tipo “Attribuzione – Non Commerciale – Condividi allo stesso modo”, una licenza cioè che ne consente il riutilizzo per scopi non commerciali purché venga citata la fonte e il prodotto derivato sia rilasciato con medesima licenza.
Ora, ragioniamo a mente serena e domandiamoci: perché mai un giornale nazionale, uno dei più importanti, con una tiratura invidiabile e una struttura produttiva nella quale convergono molteplici prodotti a stampa e uno dei più grossi siti web dedicati all’informazione, perché un tale colosso si ritrova a rubacchiare una foto certamente non particolare, un soggetto sicuramente ri-fotografabile, una foto, insomma, di modesto valore complessivo? E poi: passi il fatto che l’utilizzo è commerciale, passi il fatto che il giornale non è rilasciato con la medesima licenza (e sono già due violazioni dei miei diritti di autore), perché, Repubblica Palermo , perché non riporti nemmeno in forma piccola e illeggibile il mio nome e l’indirizzo di provenienza della foto? Questa non è solamente la terza violazione dei diritti, questo è disprezzo delle regole operato da un giornale che tante volte si è schierato per la difesa della legalità! Disprezzo della norma, disprezzo delle persone. Perché?
Edmodo
Utilizzo Edmodo in classe ormai da diversi anni e sono davvero soddisfatto di quanto mi consente di fare. Lo uso per pubblicare le “lavagnate” delle spiegazioni, sia provenienti da lim che da semplice gessetto, per condividere link interessanti, fornire materiali in pdf o altro. Mi sento davvero di poterne consigliare l’utilizzo a tutti i colleghi. Per chi avesse bisogno di una buona introduzione ecco una presentazione delle diverse funzionalità creata da Laura Antichi:
EPUB editor
Ho provato oggi pomeriggio l’ambiente di sviluppo di libri elettronici in formato ePub creato e messo a disposizione da Espertoweb. L’ho fatto creando un piccolissimo ebook su di un argomento di elettronica trattato in classe proprio in questa settimana. Devo dire che la prova è stata più che soddisfacente: lo strumento si è rivelato assai rapido e sufficientemente “friendly” anche grazie al magnifico supporto tutoriale disponibile. Questi i file scaricabili:
La presenza delle due versioni è, ahimé, significativa! Infatti sul’amato iPad la versione interattiva con i quiz non funziona! Colpa del parziale supporto di iBooks e degli altri “reader” allo standard ePub3″. Che dire… speriamo che si rimedi presto! In compenso ho scoperto un ottimo reader, ma da PC però, nel plugin “Readium” di Chrome.
AGGIORNAMENTO 11/02/2013
Grazie al pronto intervento di Francesco Leonetti adesso tutto funziona a meraviglia! A quanto pare si era verificato un difetto di esportazione che non permetteva la corretta validazione del formato.
Edmodo, comoda e semplice classe virtuale
Riporto in questa sede un post che ho scritto per il sito del Cidi di Palermo.
… Parlo diEdmodo che ci mette gratuitamente a disposizione delle possibilità davvero interessanti: diamo un’occhiata!
L’interfaccia si presenta classicamente a tre colonne, con la colonna centrale dedicata, come ormai è d’uso sui social network, alla “bacheca”.
Su di essa il docente può inviare delle note, per esempio il lavoro svolto in classe o alcune considerazioni aggiuntive su di un dato argomento, degli avvisi relativi per esempio a qualche cambiamento di programma da comunicare urgentemente, dei veri e propri “compiti” che gli studenti devono consegnare e che daranno poi dal docente valutati sulla stessa piattaforma, dei quiz per realizzare sistemi di valutazione, dei sondaggi. Nell’immagini qui sopra riportata (si tratta di una mia classe di quest’anno) possiamo vedere un messaggio che semplicemente annota l’argomento trattato in classe nella giornata e un secondo messaggio al quale è allegato un file pdf che riporta la soluzione di un compito. Per ogni messaggio è prevista la possibilità di inserire dei commenti e delle risposte, utile funzionalità per favorire il dialogo educativo relativo ai diversi argomenti e alle diverse fasi dei lavori. Molto interessante la possibilità di inserire dei contenuti provenienti dalle classiche fonti del web 2.0: youtube, flickr, scribd, slideshare, etc. Nell’immagine qui di seguito dei video inseriti direttamente da youtube:
Altre volte utilizzo Edmodo per caricare delle foto di quanto tracciato sulla lavagna dell’aula. Si fanno con uno smartphone ( o direttamente dall’iPad). Le chiamo “lavagnate” e sono utile corredo agli appunti presi durante la lezione:
Altra funzionalità molto utile è costituita dalla “libreria”, uno spazio nel quale depositare materiali , link, immagini, documenti che possono essere utilizzati ogni qualvolta occorre. So viene a costituire così nel tempo un prezioso archivio personale di materiali didattici già direttamente on line:
Per questo post mi fermo qui ma non prima di aver messo in evidenza qualche altro aspetto importante:
- la possibilità per gli alunni di creare account anche senza inserire indirizzi di posta elettronica, aspetto questo particolarmente utile per alunni minorenni
- la possibilità di un account parallelo per costituire un canale di dialogo riservato con i genitori
- la “chiusura” della classe al mondo esterno: google non entra e così nessun altri che non faccia parte del gruppo classe.
Essere linkati dalla Cina
Ho appena chiuso una conversazione via email con una blogger cinese (almeno credo sia di sesso femminile, ma certo al cento per cento non sono) che mi informava che stava adoperando alcune mie foto (avevo notato il suo interesse sul mio account) su Flickr per corredare un suo blog sulla cucina e la cultura italiane. Come sempre accade in questi casi ho risposto dicendo che le mie immagini sono rilasciate in licenza Creative Commons, quindi nessun problema di utilizzo a patto di rispettare la licenza, in special modo la citazione della fonte con l’inserimento di un link alla foto originale. L’episodio mi è stato utile per toccare con mano uno dei problemi più stringenti per i blogger cinesi: Janet (così si firma in codice europeo) mi ha subito risposto ringraziandomi per la disponibilità ed esponendomi tutti i timori rispetto alla possibilità di linkare un servizio, quale flickr. Si rischia come minimo di venire bloccati dai firewall governativi, di dovere cambiare indirizzo ip e nome di dominio. A sostegno di questi timori mi manda alcuni link che qui rigiro:
- http://en.m.wikipedia.org/wiki/Internet_censorship_in_the_People’s_Republic_of_China
- http://rendezvous.blogs.nytimes.com/2012/12/23/adding-more-bricks-to-the-great-firewall-of-china/
- http://www.lostlaowai.com/blog/china-stuff/china-tech/the-great-firewall-longer-higher-meaner/
Vengo così ad apprendere che con incredibile analogia alla storica “Grande Muraglia”, i cinesi (il governo cinese) hanno realizzato “Il Grande Firewall”, un sistema concepito per consentire l’utilizzo di internet limitando allo stesso tempo il contatto con idee e persone occidentali per l’apparato indesiderabili. Qualcosa l’avevo evidentemente già appreso dai giornali ai tempi della questione Google in Cina, ma “toccare con mano” è sempre un’altra cosa…
Una rapida ricerca sul servizio “whois” mi fa capire che il registrar del dominio è effettivamente un privato, non ci sono dietro compagnie. Capisco quindi le difficoltà di Janet e le dico di andare avanti senza problemi.
Il suono della rete
È una installazione di arte contemporanea allo Science Museum di Londra, interessante per la suggestione visiva e sonora: messaggi captati dalla rete vengono organizzati in un display che li organizza e moltiplica, una voce a più toni i legge con effetto sonoro tridimensionale. Suggestione ,evocazione, studenti che assistono.
Alla mia seconda visita al museo non sono ancora riuscito nemmeno a “dare un’occhiata” a tutte le sale, l’abbondanza di sollecitazione rischia di trasformarsi in frustrazione per non essere capaci di leggere, guardare, sperimentare, cercar di capire quanto si va trovando di interessante. Davvero troppo, conviene concentrarsi solo su un tema per volta, magari tornando più volte, l’ingresso è gratuito.
Se posso dare un contributo alle scelte per la visita, io consiglierei in questo periodo senza dubbio la temporanea “Code Breaker“, centrata sui lavori di Alan Turing per continuare poi al livello superiore col padiglione dedicato alla storia della matematica e alla storia dei calcolatori.
Per proseguire poi, ma più giocosamente, sul tema, con una visita al ChromeLab di Google per parecipare a sessioni collaborative presenza-web per la creazione di musiche o per sperimentare la creazione del proprio ritratto sulla sabbia.
Calcolo della costante di propagazione di una linea di trasmissione
Ho creato una piccola risorsa per lo studio delle linee di trasmissione: questo widget di WolframAlpha restituisce la costante di propagazione di una linea di trasmissione:
Il calcolo diventa difficile perché si tratta di fare la radice quadrata di un numero complesso, operazione poco nota e che, comunque, richiede molto tempo con probabilità elevata di fare banali errori di calcolo. La dedico a tutti gli studenti di telecomunicazioni come aiuto per la verifica degli esercizi.
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