Facebook per docenti e formatori

Ho dato un’occhiata al sito facebookforeducators.org e scaricato gratuitamente la pubblicazione omonima. Mi sembra complessivamente un lavoro ben fatto e sono propenso a credere a quanto dichiarato dagli autori e cioè che hanno scritto liberamente senza alcun condizionamento dallo stesso Facebook (il dubbio più grande venendo dalla impostazione grafica del sito che è decisamente “facebook-like). Si tratta di un lavoro divulgativo, niente di specialistico, ma forse proprio questo aspetto, considerando la scarsa propensione dei nostri docenti (nostri della scuola italiana) all’utilizzo e alla partecipazione sui social network, lo rende particolarmente interessante.

Mi piace qui condividere intanto una riflessione a partire dalla strutturazione del testo, chiaramente esplicitata nelle prime pagine:

7 Ways Educators Can Use Facebook

1. Help develop and follow your school’s policy about Facebook.
2. Encourage students to follow Facebook’s guidelines.
3. Stay up to date about safety and privacy settings on Facebook.
4. Promote good citizenship in the digital world.
5. Use Facebook’s pages and groups features to communicate with students and parents.
6. Embrace the digital, social, mobile, and “always-on” learning styles of 21st Century students.
7. Use Facebook as a professional development resource.

Dei sette punti sopra riportati ben quattro, i primi quattro, non riguardano le possibilità di utilizzo di facebook all’interno dei percorsi formativi, si tratta piuttosto di pensare, di approcciare l’utilizzo di facebook come percorso formativo! Facebook viene considerato non come strumento ma come oggetto di apprendimento nella convinzione (del resto esplicitata) del suo essersi fatto mondo, dell’essere ormai parte importante della realtà vissuta da una grande fascia sociale.

In linea di massima non trovo niente di male nel fatto che la scuola sia il luogo ove si impari a gestire la propria presenza in rete e soprattutto si acquisiscano quelle competenze di “cittadinanza digitale (critical thinking compreso)” che certamente devono far parte del corredo culturale di ognuno di noi. Piuttosto mi infastidisce l’approccio stile “facebook-alfabetizzazione” che mi sembra eccessivamente stretto e quasi settario. Non c’è solo facebook e non si vive di solo facebook, mi sarebbe piaciuto di più una pubblicazione del tipo “Socialnetworks for educators”, un testo nel quale verrebbero considerati anche tutti gli altri ambienti che la rete ci mette a disposizione.

Calcolo della costante di propagazione di una linea di trasmissione

Ho creato una piccola risorsa per lo studio delle linee di trasmissione: questo widget di WolframAlpha restituisce la costante di propagazione di una linea di trasmissione:

Il calcolo diventa difficile perché si tratta di fare la radice quadrata di un numero complesso, operazione poco nota e che, comunque, richiede molto tempo con probabilità elevata di fare banali errori di calcolo. La dedico a tutti gli studenti di telecomunicazioni come aiuto per la verifica degli esercizi.

[wolframalphawidget id=”d18808c849f9d771b20965ce70de4ee4″ theme=”gray” output=”lightbox” width=”400″]

Flipped classroom – le attività in classe

Terza ed ultima puntata della piccola serie di post iniziata con Flipped classroom e flipped textbook: la scuola al contrario?Ragionando su un possibile “flipped book”. Proverò adesso a delineare quali potrebbero essere le attività da proporre ai ragazzi in classe.

Supponiamo, giusto per comodità, e riferendoci al post precedente, di avere assegnato ai ragazzi lo studio dei materiali relativi all’amplificatore audio per PC (vedi). Lo abbiamo fatto introducendo il tema in classe ma sostanzialmente rimandandoli alla lettura dei materiali appositamente preparati: il capitolo del “flipped textbook” e gli eventuali altri materiali on e offline. Una volta che i ragazzi abbiano fatto questo si tratterà, in classe, di affrontare la parte forse più consistente dell’intero processo di apprendimento e cioè:

  • fornire chiarimenti rispetto ai “passaggi difficili”;
  • attivare il processo di rielaborazione delle conoscenze in modo da procurare il raggiungimento delle desiderate abilità e competenze;
  • effettuare la necessaria valutazione formativa
  • effettuare la valutazione sommativa.

Provo a delineare alcuni possibili attività utili a questo scopo.

Titolo : Panoramica sui prodotti in commercio.

Svolgimento

Si fornisce agli alunni una raccolta di indirizzi di siti opportunamente selezionati per trovare le informazioni commerciali (prezzi, disponibilità) e le caratteristiche tecniche (dimensioni, peso, risposta in frequenza, potenza, etc). Le informazioni vengono raccolte su di una apposita tabella (può essere cartacea, ma meglio se digitale e compilabile in modalità collaborativa) concepita per effettuare il confronto tra le caratteristiche dei diversi modelli. Infine si chiede agli studenti di elaborare un documento ragionato che esprima la convenienza di un modello rispetto ad un altro in dipendenza delle possibili situazioni d’uso (personale, di aula, portatile, alta fedeltà, etc). La natura del documento può essere ulteriore oggetto di scelta e coinvolgere eventualmente anche discipline differenti ( italiano, inglese…): si può ad esempio dare ai ragazzi il compito di scrivere un intervento per il proprio blog, come se si trattasse ad esempio di una rubrica di una rivista specializzata. Il titolo potrebbe essere: “Quale amplificatore per quali usi”. Oppure si potrebbe proporre una relazione tecnica che serva in una azienda per effettuare un acquisto.

Attrezzature necessarie

  • computer o tablet collegati in rete con accesso internet
  • proiettore o lim per visualizzare collettivamente la tabella anche durante il processo di completamento
  • avere attivato uno o più blog oppure avere accesso ai google docs o a un wiki, etc

Titolo: Realizzazione dello schema a blocchi del sistema

Svolgimento

La realizzazione dello schema a blocchi ha una grande utilità per meglio cogliere le relazioni funzionali e di dipendenza delle varie parti del dispositivo. Può essere realizzato su carta o sulla LIM ( magari facendo intervenire direttamente gli alunni ) oppure si può utilizzare un ambiente collaborativo dedicato ( ad esempio cacoo.com).

Attrezzature necessarie

Non è obbligatorio arrivare a pubblicare qualcosa in rete, ma la presenza di lim e di dispositivi con accesso ad internet è sicuramente un valore aggiunto.

Titolo: Progettiamo e realizziamo un alimentatore stabilizzato

Svolgimento

A partire da una serie di schemi e di riferimenti bibliositografici relativi ai componenti utilizzabili e alle relative specifiche tecniche si chiede ai ragazzi di elaborare delle ipotesi di circuito elettrico e di testarne il funzionamento mediante software di simulazione elettronica. Il processo potrebbe richiedere fasi cicliche di aggiustamenti successivi. Una volta soddisfatti del risultato ottenuto con la simulazione si può procedere al montaggio materiale su basetta sperimentale o su circuito stampato. Volendo approfondire ulteriormente vi è la possibilità di condurre una serie di misure sul circuito fisico ed un confronto con le stesse misure sul circuito della simulazione sw; l’analisi critica delle differenze potrebbe avere valore estremamente professionalizzante. Un naturale completamento dell’attività potrebbe essere la realizzazione della documentazione di progetto: ad esempio un manuale d’uso di tipo cartaceo o una pagina web, una presentazione, etc.

Attrezzature necessarie

  • Computer o tablet con software di simulazione
  • laboratorio classico di elettronica
  • software di editing e publishing per la documentazione

In maniera del tutto analoga al punto precedente le attività: Progettiamo e realizziamo un amplificatore audio e Progettiamo e realizziamo un controllo dei toni.

Non mi pare il caso di dilungarmi in questa sede sulla didattica dell’elettronica, anzi, chiedo scusa se la natura degli esempi portati potrà essere sembrata assai poco familiare. D’altro canto mi sarebbe sembrato indelicato voler portare esempi per discipline che non sono le mie. Mi auguro comunque di essere riuscito a “rendere l’idea” di una metodologia potenzialmente utile a coniugare le diverse necessità e opportunità che a scuola affrontiamo ogni giorno: dover motivare gli alunni, migliorare l’efficienza del processo di insegnamento-apprendimento, cogliere le opportunità della tecnologia, sfruttare metodi e modelli innovativi e comunicativi.

Post precedenti: Flipped classroom e flipped textbook: la scuola al contrario?Ragionando su un possibile “flipped book”

Ragionando su un possibile “flipped book”

Per continuare la riflessione sulla flipped classroom e soprattutto sul flipped textbook, proverò adesso a concepire in questa logica un possibile “capitolo” di libro di testo della disciplina che insegno (elettronica)  e qualche attività da svolgere in classe con gli alunni.

Supponiamo di volere descrivere come è fatto e come, anche artigianalmente sia possibile realizzare, un piccolo apparato molto diffuso: un amplificatore audio da collegare al computer o al lettore mp3.

Volendo ragionare in termini di conoscenze – abilità – competenze potremmo dire che:

  • le conoscenze sono quelle relative agli schemi elettrici adottabili e ai componenti commerciali disponibili;
  • le abilità sono quelle relative alla ricerca dei materiali, dei componenti, la comprensione delle specifiche, la descrizione delle funzionalità;
  • le competenze sono quelle sintetiche di progetto, di realizzazione pratica in laboratorio, di preparazione di materiali illustrativi.

I relativi contenuti sono tra quelli classicamente trattati nelle classi quarte, in special modo gli amplificatori audio realizzati con amplificatori operazionali e gli alimentatori stabilizzati.

Comincio la riflessione con l’elaborazione di una piccola mappa concettuale che mi serve a mettere in evidenza la composizione del sistema nelle sue diverse componenti. In verde ho indicato il dettaglio della componente elettronica.

Ogni nodo della mappa potrebbe a questo punto essere tradotto in un paragrafo o in un capitolo del testo di riferimento, non escludendo, ovviamente, eventuali riferimenti esterni a materiali on line (i modelli commerciali ad esempio).
Se ne deduce questo possibile sommario:

  • AMPLIFICATORE AUDIO PER PC
    • esempi commerciali
    • composizione
      • contenitore
      • cavi e spinotti
      • altoparlanti
    • l’elettronica
      • alimentatore stabilizzato
      • amplificatore
      • regolazione dei toni

Nella descrizione dell’elettronica ho volutamente omesso i dettagli dei sottotemi per non essere prolisso e pedante.

Gli obiettivi formativi perseguibili sono tra i seguenti:

  • descrizione del sistema e delle sue funzionalità
  • conoscenza di alcuni amplificatori integrati facilmente reperibili, capacità di lettura delle specifiche tecniche, conoscenza orientativa dei prezzi e dei paesi di provenienza
  • riproduzione e descrizione dello schema elettrico dei più comuni amplificatori con operazionali
  • progettazione di un semplice amplificatore audio con operazionale
  • conoscenza degli integrati più diffusi per la realizzazione di amplificatori audio di piccola potenza
  • descrizione e spiegazione del funzionamento degli schemi elettrici usabili con amplificatore audio integrato
  • etc etc

A questo punto non dovrebbe essere difficile dare avvio alla scrittura vera e propria senza dimenticare:

  • la contestualizzazione di ogni elemento della trattatazione  e il riferimento continuo agli specifici obiettivi;
  • di tenere a bada la tentazione e la tradizione della “trattazione completa ed esaustiva”;
  • che ogni elemento della trattazione deve poter dare luogo ad una esperienza o deve comunque potersi riferire ad una esperienza da proporre agli alunni.

In questa riflessione posto non marginale assumono le considerazioni relative alle modalità di scrittura del testo stesso in quanto appare subito chiaro che:

  • vengono meno le necessità di completezza: i diversi temi possono essere scritti e proposti in tempi diversi, eventualmente stratificandosi e arricchendosi negli anni;
  • la scrittura dello stesso testo può essere eseguita anche da diversi docenti con modalità efficacemente cooperative e collaborative.

Entrambi i punti ci inducono inoltre a ritenere che il necessario sforzo produttivo sia affrontabile anche da docenti non classicamente “autori” di testi scolastici.

Nel prossimo post cercherò di delineare quali potrebbero essere le attività da proporre agli alunni per il lavoro in classe.

______________________________________________

Post precedente: Flipped classroom e flipped textbook: la scuola al contrario?
Post successivo: Flipped classroom – le attività in classe

Flipped classroom e flipped textbook: la scuola al contrario?

Mi sta sembrando molto interessante la lettura degli interventi sui siti http://flippedtextbook.com/http://coredogs.com/article/tale-two-students . L’idea che vi sta alla base è quella di invertire il tradizionale flusso delle attività di insegnamento-apprendimento ovvero: il docente “eroga” la sua lezione, per lo più in formato frontale, e assegna dei compiti; il discente, da solo, in orario post-lezione, legge il libro ed esegue gli esercizi. Nella “flipped classroom” accade invece l’inverso: gli studenti “studiano a casa” la lezione che il discente ha assegnato ( e per la quale ha preparato una opportuna e idonea raccolta di materiali), in classe si eseguono gli esercizi o comunque i “compiti”. In tal modo il tempo-docente viene adoperato per la fase di lavoro probabilmente più critica: l’esemplificazione delle attività, i chiarimenti, il supporto alla comprensione individuale. Tale approccio mi sembra ben espresso dalla figura:

schematizzazione del metodo della flipped classroom

La progettazione è tutta incentrata sugli “outcomes” ovvero i risultati di apprendimento espressi in “what students can do”, cosa gli studenti devono sapere fare. Per imparare  fare bisogna condurre ed esporsi a delle esperienze, cioè quell’insieme di attività che gli studenti fanno per imparare. Le esperienze vengono generate e proposte dalla progettazione didattica del docente e da un insieme di risorse tra le quali vi sono anche i libri di testo. E’ immediatamente avvertibile in questa esemplificazione la curvatura sul “fare” piuttosto che sul “sapere”: un approccio molto vicino a quello che si sta introducendo nella scuola italiana, mi riferisco alla didattica per abilità e competenze. Inoltre si nota l’accento sulla progettazione e sulla presenza di un insieme di risorse. Manca la centralità del libro di testo, dell’ipse dixit disciplinare da ripetere più o meno a memoria.

La conseguenza pratica di questo tipo di approccio relativamente alla scelta delle risorse e all’eventuale dedicato libro di testo conduce alla progettazione e realizzazione di testi scolastici affatto differenti da quelli tradizionali. L’esempio portato da Coredogs (si tratta di un corso per web developer) mi sembra molto calzante: mentre l’approccio tradizionale prevede un indice (e quindi una trattazione)  centrata sulle differenti tecnologie disponibili per costruire un sito web (html, css, php, etc…), l’approccio “flipped” prevede un indice che elenca una serie di azioni (realizzare una pagina web di solo testo, creare una pagina con link ipertestuali, etc ). Una delle conseguenze immediate è che il secondo indice non contiene parole sconosciute ed è immediatamente comprensibile; il primo invece contiene un elenco di tecnologie delle quali lo studente non conosce ancora nemmeno il glossario. Nell’indice flipped le “azioni” elencate sono immediatamente intraprendibili, motivano immediatamente al “fare”; nello sviluppo del testo le conoscenze necessarie e il supporto alla comprensione vengono strettamente contestualizzati. Ne risulta un modo di procedere assai più efficace e motivante: lo studente è consapevole, momento per momento, del perché diventi necessario apprendere certe cose, l’obiettivo è sempre lì a portata di mano. Vengono evitate quelle lunghissime fasi “propedeutiche” che fanno pensare agli studenti “ma a che mi serve sapere questa cosa?”

Non mi sentirei di affermare che questo è l’approccio vincente per tutte le diverse discipline, ma per quelle che trattano di tecniche e di tecnologie mi sembra proprio di sì. Soprattutto pensando alla mole crescente di conoscenze nei campi come l’informatica o l’elettronica diventa chiaro come risulti sempre più difficile un approccio “che getti le basi” partendo dal basso, dalle origini storiche e concettuali della materia da apprendere. Si rischia di non arrivare mai alla meta prefissata. Meglio un approccio che “parta dalla fine”, che metta al centro dell’attenzione dell’allievo il prodotto o il processo finito, stimolando in tal modo la curiosità e la voglia di andare avanti.

Continua con:

Ragionando su un possibile “flipped book”
Flipped classroom – le attività in classe

AI – Stanford

Ha oggi inizio il primo corso on line “Intelligenza Artificiale” erogato da Stanford. Gratuito e per grandissimi numeri prevede due possibili percorsi, con e senza esami, a seconda che si voglia o meno ottenere il riconoscimento del titolo.
L’iniziativa, anche per il prestigio dei docenti, è sicuramente di grandissimo livello e costitusce una bellissima opportunità non solo per gli studenti ma anche per i semplici curiosi da tutte le parti del mondo.
La didattica è però centrata su dinamiche del tutto tradizionali: lezioni frontali erogate dai docenti per mezzo di video e test di valutazione di tipo automatico. È previsto un forum per i partecipanti ma l’asse portante delle interazioni parte dai docenti e ad essi quasi esclusivamente è previsto che ritorni. Siamo, ma è solo una mia impressione, piuttosto lontani sia dall’approccio collaborativo sia da quello connettivista adottato dai “Mooc” canadesi (vedi http://youtu.be/eW3gMGqcZQc o anche http://openeducationnews.org/2008/07/30/mooc-massive-open-online-course/ ). Tuttavia è una gran bella iniziativa, e per di più “open”.

Wireless anywhere, anyhow, anytime, for anybody

È questo il motto – certamente impegnativo – degli Ixem Lab del Politecnico di Torino che muove la sua ricerca sia nelle direzioni classicamente accademiche, sia nella direzione “sociale” dei metodi, sistemi e tecnologie utili alla riduzione del “divide” di gruppi e località non servite da connettività ad Internet.
Uno sguardo a sito [ http://www.ixem.polito.it ] è molto interessante sia per gli aspetti tecnologici che per l’originalità e validità dei progetti intrapresi. A tutti gli appassionati e studiosi di tecnologie wireless consiglio di andare a leggere la documentazione del progetto “Verrua senza fili” che ha consentito di portare la connettività internet in un paesino piemontese rimastone escluso dalle logiche di mercato di stampo aziendale. Il progetto ha avuto un tale successo da consentirne adesso il rilancio in termini di Verrua domotica 2011. Altri interssanti progetti riguardano la connettività internet di popolazioni nella foresta amazzonica.

Arca dei Suoni – Aspetti e Innovazioni

Aspetti formativi e innovativi del progetto “Arca dei Suoni”

Lo scorso 2 marzo si è tenuta a Palermo, presso l’Albergo delle Povere, la presentazione del primo numero della pubblicazione “Quaderno di Arca dei Suoni”. E’ stato un momento interessante di incontro tra gli amministratori e il pubblico convenuto, soprattutto composto da studenti e da docenti provenienti dalle scuole che sono state coinvolte nella prima fase di vita e di sperimentazione del progetto.

Ho partecipato all’evento con una relazione che allego qui di seguito in forma di “slidecast” (le slide sincronizzate con l’audio “live” della presentazione)

Mi piace, in questa sede, cercare di sottolineare ulteriormente quanto indicato nella slide n. 12 . E’ infatti opportuno riflettere sul, e valorizzare fortemente, il valore didattico e formativo della iniziativa. Trattandosi di beni culturali l’aspetto formativo viene, in un certo senso, dato per scontato, ma con il progetto “Arca dei Suoni” si mettono in campo dinamiche potenzialmente assai interessanti, dinamiche a maggior grado di coinvolgimento di quanto possano fare eventi e momenti centrati sulla fruizione piuttosto che sulla creazione. Mi voglio esplicitamente riferire all’aspetto di scoperta e di manipolazione insiti e connaturati alle operazioni di registrazione e di pubblicazione di un contributo audio (per chi non lo sapesse: arcadeisuoni.org è un sito sul quale gli utenti possono direttamente pubblicare contributi sonori di carattere culturale). Gli studenti vengono in questo mobilitati su più livelli, da quelli tecnici della registrazione, a quelli espressivi del prodotto finito e infine a quelli critici degli eventuali feedback su quanto pubblicato. In questo processo accade un qualcosa di veramente importante e formativo: il racconto (per fare un esempio ma potrebbe essere un canto o qualcos’altro) che si va a registrare e pubblicare, in quanto effetto della propria ricerca e della successiva manipolazione, diventa un qualcosa di personale, qualcosa che fa parte della storia personale. In qualche modo, quanto documentato diventa parte del patrimonio personale di chi lo documenta: e questo è un modo non soltanto per imparare, ma per generare direttamente e immediatamente patrimonio culturale! Si valuti questa affermazione alla luce del discorso sulle competenze che da qualche tempo è diventato centrale nella scuola, discorso estremamente complesso, del quale fanno parte degli obiettivi particolarmente difficili da raggiungere in una situazione, quale quella scolastica, nella quale la vita reale viene approcciata, quando va bene, con le forme della simulazione. Arca dei Suoni ha le potenzialità per far superare questo gap tra la vita scolastica e le emergenze culturali del territorio e per di più con modalità di produzione mediatica che fanno parte della cultura giovanile e che non richiedono alcun investimento in tecnologia. Partecipare all’accrescimento dell’archivio sonoro di Arca dei Suoni è un generatore di competenze: come risultato mi sembra niente affatto disprezzabile.

Gapminder world ovvero: non ce la passiamo tanto male . . .

Sito veramente assai interessante! Su una mappa interattiva si visualizzano correlazioni tra i parametri economici e demografici dei vari paesi del mondo. Detto così sembra arido argomento da economisti, ma basta appena qualche secondo per rimanerne catturati. Esempio

In questa immagine ogni pallino colorato rappresenta un paese: in blu quelli africani, in arancio quelli europei e così via. Sull’asse orizzontale il reddito pro-capite, sull’asse verticale, in altezza, l’aspettativa di vita. Possiamo ben contenti di vedere che l’Italia è collocata nella parte più privilegiata del mondo: uno tra i migliori redditi procapite e una tra più lunghe aspettativa di vita 🙂

Interessante anche questa seconda immagine:

nella quale vediamo l’andamento degli stessi parametri, ovvero aspettativa di vita in funzione del reddito, questa volta in prospettiva storica, dal 1800 ad oggi. Si vede un andamento sempre crescente, con eccezione, prevedibile, di due brusche discese in corrispondenza dei due conflitti mondiali.

Learning and Knowledge Analytics

Ancora un interessantissimo corso di tipo Mooc (Massive open online course) proveniente dagli ambienti dei connettivisti canadesi. Questo il blog di riferimento: www.learninganalytics.net/

Purtroppo so già che non riuscirò a seguirlo, se non marginalmente, ma il tema dell’analisi delle tracce della nostre attività di apprendimento, le “Learning Analytics”, mi sembra assai interessante. Nel syllabus del corso se ne prospetta una possibile applicazione anche nell’ambito che professiopnalmente mi interssa di più, ovvero nel lavoro quotidiano, a scuola, con le singole classi. Riporto qui la presentazione di apertura che è stata resa disponibile: