Ankara, poco dopo mezzogiorno, dai minareti attaccano quasi all’unisono i muezzin dell’intera città, subito coperti dal rombo di uno stormo di caccia dell’aviazione militare turca. Prima tre, poi altri tre, poi ancora e ancora: a gruppetti passano sulla città a volo radente ben 24 caccia. Passano e vanno via.
Non è finita: un rombo ancora più invadente annuncia l’arrivo della pattuglia acrobatica: ben 8 mezzi bianco e rossi che danno luogo ad un forsennato (e sconsiderato) carosello cittadino. Già ieri li avevo sentiti, alla stessa ora, ne lungo ripetersi del loro rombare: dal ristorante, insieme agli altri commensali, non vi avevo fatto molto caso. Oggi, in cima al castello di Ankara, ho potuto pienamente rendermi conto. Non so come sia possibile consentire ad una pattuglia acrobatica di fare le proprie esibizioni, circa una mezzora di passaggi, sopra una città popolosa come Ankara. Certo lo spettacolo è proprio fuori dall’ordinario: lo stormo picchiava e si avvitava come un tutt’uno, le traiettorie evidenziate dalle scie colorate, la velocità da brivido. Impennate, picchiate, loop, avvitamenti si sono succeduti per alcuni minuti quando ad un tratto lo stormo si é diviso. I singoli aerei hanno cominciato a fare voli radenti tenendosi a pochi metri dalla principale arteria cittadina! Non sto esagerando: le scie invadevano il cielo e persino la carreggiata automobilistica. In un passaggio una copia di aerei lo ha fatto addirittura “dorso a dorso” , uno in assetto normale, l’altro in volo rovesciato, con i timoni di coda praticamente a contatto: da brivido. Con gli amici con i quali ero in compagnia cercavamo nel frattempo di fare qualche sensata ipotesi sul perchè di questa esibizione, del resto non isolata, su come fosse possibile e accettabile far correre un simile rischio alla popolazione: una esibizione di potere delle forze armate? Un avvertimento? Una pura esibizione “muscolare”?
Ad un tratto i due solisti si incrociano due volte, una in volo verticale, l’altra in picchiata: un brivido segnalato da tutti gli spettatori con un “ohhh” spontaneo quanto impaurito. Sul cielo rimane disegnato dalle scie un grande cuore bianco: guardandolo bene, agghiacciante, si vede chiaramente al suo interno un aereo di linea placidamente avanzare verso l’aereoporto.