Mi sono dedicato a qualche giro londinese per gallerie e mostre fotografiche. Qui di seguito qualche sintetica considerazione.
Shoot! Existential Photography – The Photographers Gallery
C’é stato un periodo, tra la prima e la seconda guerra mondiale, nel quale nelle fiere e nelle feste si erano diffusi degli stand per fare il tiro a bersaglio. Fare centro significava vincere un premio. In qualche caso il premio consisteva in una fotografia scattata dall’atto stesso di “fare centro”. Lo scatto era provocato dallo sparo, lo sparo provocando la fotografia della persona che sta sparando. In un certo senso un corto circuito concettuale sottolineato dal titolo ” Existential photography”. La mostra contiene materiali raccolti da collezionisti nell’arco di alcuni decenni e presenta più di un lato curioso ptestandosi anche ad alcune osservazioni di tipo sociologico. Con tre sterline in più è possibile sperimentarsi ad un tiro a bersaglio allestito al termine del percorso espositivo. Naturalmente con scatto della foto se si colpisce il bersaglio!
William Klein – Daido Moriyama Tate Modern
Corposa esposizione alla Tate Modern, già la sede, da sola, vale la visita. Si tratta di due artisti che la critica classifica come “maestri”, rimando pertanto volentieri al sito della mostra per una rapida descrizione. Mi sentirei solo di aggiungere che si tratta di scatti e di ricerche fotografiche ormai un pó datate, quindi particolarmente interessanti per quanti prediligono una prospettiva storica. Tra le opere in mostra alcune sono certamente tra quelle indimenticabili.
Wildlife Photographer of the Year Natural History Museum
Ho fatto ingresso nella mostra immaginando che mi sarei trovato a guardare delle bellissime quanto noiose immagini di animali. Ma già alla prima sono piombato in una sorta di incredula estasi: le immagini sono non solo meravigliose ma anche coinvolgenti in modo inaspettato. Dinamismo, complessità, perfezione formale e un incredibile dose di amore verso la natura mi avvolge così decisamente da costringermi a rallentare, fermarmi, metabolizzare: da sindrome di Stendhal.
Sono immagini che dispiacciono. Non sono in grado di valutare quanto riportato nella presentazione dell’esposizione, ovvero se davvero il popolo Russo sia costretto ad affrontare una tale ambiguità esistenziale da dover fronteggiare una contiguità animale anche sul piano sessuale. A me sembra una provocazione bella e buona e , sotto questo aspetto, sicuramente molto efficace. Le foto sono per una metà ricavate dalle performance stradali dell’artista: nudo, tenuto al guinzaglio come un cane, come tale si comporta. Le altre sono concepite e realizzate come foto in quanto tali: in molti casi vengono simulati accoppiamenti bestiali.
Holliwood Unseen – Gettyimages gallery
Certamente godibile, ma non incontra le mie pesonali preferenze. Gli scatti sono quelli realizzati dai fotografi delle major hollywoodiane che creavano la”immagine” degli attori a quei tempi emergenti, dalla Marilyn Monroe a Clarke Gable, da Rita Haiworth ad Humprey Bogart. Commerciale.
Baron Wolman The groupies – Mach Schau
Che bello! Si tratta delle foto pubblicate su Rolling Stones nel 1969 e ritraggono per lo più le “groupies”, le ragazze che si mettevano al seguito delle rock band. Le foto sono bellissime, non avrei creduto che mi potessero realmente piacere, in generale ritratto e celebrità mi lasciano piuttosto indifferente, e trasudano una gradevolissima ed erotica ingenuità.
Penny Slinger – Riflemaker Contemporary Art
Microesposizione anfrattata in un piccolo scantinato al quale si accede da una malandata scaletta di legno. Le foto in mostra, insieme ad alcun oggetti realizzati dalla stessa Slinger, sono decisamente anni 70 e marcatamente surreali ma mantengono la loro freschezza ancora oggi. La sensazione è quella di trovarsi di fronte ad una persona intelligente. Godibile e stimolante.