C’è uno spettro che si aggira nel nostro Paese, e si chiama declinismo. I nostri ragazzi sono i primi imputati. Si stava meglio prima. Ne siamo sicuri?
Leggi per intero l’interessante articolo di Maurizio Muraglia.
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C’è uno spettro che si aggira nel nostro Paese, e si chiama declinismo. I nostri ragazzi sono i primi imputati. Si stava meglio prima. Ne siamo sicuri?
Leggi per intero l’interessante articolo di Maurizio Muraglia.
Serata tra amici, ieri, siamo in tre che condividono fascia di età, sensibilità politica e culturale, lavoro. Docenti di tre diverse scuole secondarie, diverse per indirizzo e provenienza sociale degli alunni, ci ritroviamo volentieri a parlare di didattica, di metodologia di cosa tentiamo di mettere in atto ognuno con i propri studenti. Devo ammettere che imparo e capisco più in queste cene che in un corso di formazione.
Dunque anche ieri sera discorsi importanti: riflessioni su come un contenuto possa trasformarsi in una conoscenza. Ad un certo punto però si affaccia un pensiero triste , si fa strada la constatazione che la grande maggioranza degli studenti, soprattutto nell’istruzione tecnica e professionale (si faccia attenzione, si tratta in pratica della maggioranza assoluta degli studenti italiani) versa in una demotivazione pressocchè totale, in una mancanza di curiosità e di iniziativa preoccupante. Una mancanza assoluta di disponibilità allo studio e all’apprendimento che accomuna gli studenti sia dei docenti bravi che di quelli scarsi, sia dei docenti conservatori che di quelli innovatori. Che faranno, questi ragazzi, tra una decina d’anni, quando toccherà a loro lavorare e mantenere una famiglia, come faranno se già il lavoro scarseggia e qualsiasi forma di competenza è praticamente assente? L’idea di una imminente emergenza sociale diventa palpabile.
Stamattina magnifica giornata di sole, sono libero, prendo bicicletta e macchina fotografica e faccio un giro. In via Maqueda, complice il passaggio di due motociclisti della polizia a tutta velocità e a sirene spiegate in piena zona pedonale ci ritroviamo a parlare con dei negozianti della zona del fatto che la zona pedonale viene abusata da alcune categorie istituzionali (forze dell’ordine e scorte armate ai magistrati), delle crescenti difficoltà economiche, della presenza sempre maggiore, una presenza ormai vissuta come invasione, di comunità di immigrati dalla Cina e dal Bangladesh. In effetti ormai la cosa si tocca con mano: molte zone tradizionalmente occupate dai negozi storici della città hanno cambiato volto: un lungo tratto di corso Vittorio, ad esempio, è ormai occupato solo da negozi che vendono bigiotteria. Come fanno a campare, domando, e qui si scatenano vari ammiccamenti, riferimenti e allusioni a “sistemi diversi” dalla pura e semplice vendita. Capisco che l’argomento smuove pulsioni profonde quando uno mi dice che se continua così “finirà a rivoluzione”! Che ormai è giunto il momento di sfasciare tutto per poter ricominciare in qualche modo nuovo. Quale, ovviamente, non si sa….
Apro il giornale e leggo il bell’articolo di Saviano “L’odio per il bene” nel quale affronta il tema delle scomposte reazini verificatesi per la liberazione delle due ragazze rapite in Siria. Anche nelle parole di Saviano serpeggia amarezza e scoraggiamento:
…. Tutto serve a sporcare la vicenda di Vanessa e Greta….
Erano in Siria per portare impegno. E qui arrivano gli insulti che più di tutti mi colpiscono …. : «Ma se volevano fare del bene, non potevano farlo in Italia?». …
Tutti Charlie Hebdo, ma a casa propria ché se poi vi capita qualcosa ve la siete cercata.
Un Paese che non riesce a mostrare solidarietà verso due ragazze sequestrate rischia di essere un Paese fallito, che fa vincere il livore, la rabbia, l’idiozia…
La cooperazione internazionale è la migliore esportazione possibile. Il nostro Paese sta dando prova di non capire …. Mi vergogno delle reazioni di molti miei connazionali, delle loro parole, del loro livore, del loro odio. Se un Paese non è capace di stare accanto a due giovani donne volontarie, che hanno passato in condizioni di sequestro quasi sei mesi della loro vita, allora merita il buio in cui sta vivendo.
Ho da pochissimo completato la stesura di un breve testo concepito per aiutare i miei alunni a comprendere e ad eseguire l’analisi delle reti elettriche in corrente continua. Il testo e un form di segnalazione di eventuali problemi o per inviare dei commenti è disponibile alla pagina http://www.columba.it/e-book-soluzione-delle-reti-elettriche-in-continua/ ed è scaricabile anche direttamente da qui: [sdm_download id=”2285″ fancy=”0″]
Il libro è in formato epub3 e contiene degli esercizi interattivi pertanto è idoneo alla lettura su iPad, tablet e smartphone che utilizzano questa tecnologia. In alternativa il libro è direttamente consultabile online qui (consigliabile in tal caso il browser Chrome con l’estensione Readium ).
Nuova simulazione, più completa: Arduino controlla un motore in modalità avanti e indietro utilizzando il classico ponte “H” a bjt.
Sto sperimentando un ambiente di progettazione e simulazione di sistemi basati su Arduino. Si tratta di 123D Circuits, ambiente gratuito e interamente on line.Consente di montare un circuito direttamente sulla breadboard, oppure di disegnarlo come schema elettrico. Consente anche di scrivere direttamente lo sketch di Arduino ed esegue la simulazione sia hardware che software! Provare per credere . . .
http://123d.circuits.io/circuits/430158-arduino-pilota-un-motore-dc-con-un-solo-bjt/embed#breadboard
Dalla copertina che ricorda piuttosto direttamente la grafica di un pacchetto di sigarette é stato oggi pubblicato il documento prodotto dal governo Renzi sulla scuola. Quanto segue é un piccolo commento al solo capitolo 2, quello che parla della carriera del docente, e quindi esplicitamente non si riferisce all’insieme delle misure previste. Se riuscirò continuerò questa carrellata nei prossimi giorni.
Alla pagina 45 “quali competenze per i nostri docenti” si legge:
Ci si aspetta [dai docenti ndr] inoltre che non insegnino solo un sapere codificato (più facile da trasmettere e valutare), ma modi di pensare (creatività, pensiero critico, problem-solving, decision-making, capacità di apprendere), metodi di lavoro (tecnologie per la comunicazio- ne e collaborazione) e abilità per la vita e per lo sviluppo professionale nelle democrazie moderne.
… Leggi tutto “le nuove opportunità per tutti i docenti: formazione e carriera nella buona scuola”
Sul suo blog Muraglia scrive Genitori e figli al tempo dei video hard, attenta riflessione sul recente accadimento a Palermo che ha generato una escalation di pubblicazione su tutti i giornali locali e su molti di quelli nazionali, compreso alcuni giornali “tecnici” del mondo della scuola.
Concordo e rilancio quanto detto. Come osservatore delle implicazioni e conseguenze dell’uso delle tecnologie e dei media vorrei solo aggiungere una considerazione. Comportamenti come quelli descritti non sono (o semmai solo in minima parte) da imputare alla disponibilità di smartphone e connettività. Molto più determinante mi sembra la diffusione (vedi anche MTV) di “reality” nei quali comportamenti altrimenti visibili solo nei porno professionali vengono invece tranquillamente diffusi persino in orari “non protetti”. Se pensiamo al relativo potenziale di imitazione non possiamo che deprecare.
Sostanzialmente si tratta ancora una volta di quanto correttamente descritto da Galimberti: il “mercato”, assai lontano dall’essere questo ideale mediatore delle dinamiche sociali, si sostituisce al bisogno degli individui, surrogando negli adolescenti la ricerca del “sè” e imponendo loro di fatto modelli di vita e di consumo che non esitano a degenerare in comportamenti sin’ora considerati quanto meno sconvenienti.
Continua sui giornali italiani la cattiva abitudine di dar spazio ad articoli sulla scuola scritti da persone che di scuola non hanno una specifica esperienza. Questa volta non posso non notare sul Sole 24 Ore Rivoluzionare la scuola – una proposta, titolo che mi suscita subito grandi speranze: finalmente qualcuno che ha capito che bisogna cambiare tutto, ho pensato. Invece la proposta è piuttosto modesta: coinvolgere in qualche modo i dottori di ricerca nella scuola… Detto così è davvero troppo vago: perchè proprio i dottori di ricerca? Si tratterebbe di coinvolgere i dottori di qualsiasi ambito disciplinare? E che c’entrerebbe un dottore in entomologia agraria nella elaborazione di un curricolo con tanto di metodi e strategie didattiche? Quali sarebbero i compiti, quali le modalità di coinvolgimento nelle strutture scolastiche? Le domande possibili sarebbero ancora assai numerose, ma tanto basta ad osservare l’esiguità della proposta.
Mi permetto qui di esortare l’autore dell’articolo ad una frequentazione di una serie di testi e di ambienti di informazione e dibattito di grande spessore, a partire ad esempio da “La testa ben fatta” di Morin, testo ispiratore dell’unica idea di reale cambiamento nella scuola italiana, soprattutto riguardo l’approccio disciplinare, certamente negli oltre venti anni di mio personale servizio ma, temo, anche da molto prima. E poi certamente consiglierei la frequentazione di insegnareonline, la rivista del Cidi – Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti.
Il corso “informatica” del Majorana di Palermo ha interpretato il tema dell’anno – probabilità – con due realizzazioni originali ispirate al mondo del gioco. Si tratta di un “gioco delle tre carte” sviluppato interamente in java e di una roulette elettronica basata sull’ormai famoso “arduino” (nella foto qui sotto un momento del montaggio). Si trattava di estrarre un numero casuale alla pressione di un bottone, azione che sostituisce il lancio della pallina; il numero estratto viene visualizzato da una roulette ove ad ogni numero corrisponde un led. Il programma sviluppato per arduino cura sia l’estrazione del numero casuale che l’animazione di accensione dei led che, con velocità descrescente, simula il moto della pallina. Un collegamento via usb ad un computer viene utilizzato per veicolare i numeri estratti ad un secondo programma (sviluppato questo in “processing”) addetto a fare le statistiche di uscita dei vari numeri e a viaualizzarla su un display.
Sia l’hardware che il software sono stati interamente realizzati dagli studenti del corso con la collaborazione dei docenti di elettronica e di informatica.
La documentazione del progetto viene qui rilasciata in licenza Creative Commons per quanti volessero ripeterlo ed eventualmente implementarne caratteristiche aggiuntive:
Roulettuino di Corso “Informatica” del majorana di Palermo è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
Utilizzo Edmodo in classe ormai da diversi anni e sono davvero soddisfatto di quanto mi consente di fare. Lo uso per pubblicare le “lavagnate” delle spiegazioni, sia provenienti da lim che da semplice gessetto, per condividere link interessanti, fornire materiali in pdf o altro. Mi sento davvero di poterne consigliare l’utilizzo a tutti i colleghi. Per chi avesse bisogno di una buona introduzione ecco una presentazione delle diverse funzionalità creata da Laura Antichi: