123D Circuits – Progettare e simulare con Arduino

Sto sperimentando un ambiente di progettazione e simulazione di sistemi basati su Arduino. Si tratta di 123D Circuits, ambiente gratuito e interamente on line.Consente di montare un circuito direttamente sulla breadboard, oppure di disegnarlo come schema elettrico. Consente anche di scrivere direttamente lo sketch di Arduino ed esegue la simulazione sia hardware che software! Provare per credere . . .

http://123d.circuits.io/circuits/430158-arduino-pilota-un-motore-dc-con-un-solo-bjt/embed#breadboard

“Roulettuino” a Palermoscienza 2014

Il corso “informatica” del Majorana di Palermo ha interpretato il tema dell’anno – probabilità – con due realizzazioni originali ispirate al mondo del gioco. Si tratta di un “gioco delle tre carte” sviluppato interamente in java e di una roulette elettronica basata sull’ormai famoso “arduino” (nella foto qui sotto un momento del montaggio). roulettuino1Si trattava di estrarre un numero casuale alla pressione di un bottone, azione che sostituisce il lancio della pallina; il numero estratto viene visualizzato da una roulette ove ad ogni numero corrisponde un led. Il programma sviluppato per arduino cura sia l’estrazione del numero casuale che l’animazione di accensione dei led che, con velocità descrescente, simula il moto della pallina. Un collegamento via usb ad un computer viene utilizzato per veicolare i numeri estratti ad un secondo programma (sviluppato questo in “processing”) addetto a fare le statistiche di uscita dei vari numeri e a viaualizzarla su un display.

Sia l’hardware che il software sono stati interamente realizzati dagli studenti del corso con la collaborazione dei docenti di elettronica e di informatica.

La documentazione del progetto viene qui rilasciata in licenza Creative Commons per quanti volessero ripeterlo ed eventualmente implementarne caratteristiche aggiuntive:

Roulettuino

 

Licenza Creative Commons
Roulettuino di Corso “Informatica” del majorana di Palermo è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.

Edmodo

Utilizzo Edmodo in classe ormai da diversi anni e sono davvero soddisfatto di quanto mi consente di fare. Lo uso per pubblicare le “lavagnate” delle spiegazioni, sia provenienti da lim che da semplice gessetto, per condividere link interessanti, fornire materiali in pdf o altro. Mi sento davvero di poterne consigliare l’utilizzo a tutti i colleghi. Per chi avesse bisogno di una buona introduzione ecco una presentazione delle diverse funzionalità creata da Laura Antichi:

Incompetenza

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Nonostante le personali scaltrezze siamo un popolo che non sa piú fare nulla, o quasi. Attenzione, uso l’espressione “non sa fare” e non “non sa” , proprio ad indicare quello che ormai sotto gli occhi di tutti è un gigantesco problema di gap di competenza. Lo sperimentiamo tutti i giorni: se andiamo in un ufficio pubblico per una pratica nessuno ci sa dire, esattamente, quale debba essere il suo iter; se, sul lavoro, ci rivolgiamo al nostro dirigente, rischiamo davvero di rimanere delusi; nell’ambito della scuola, quello che conosco meglio, non si può certo dire che noi prof conosciamo davvero le norme stesse che regolano la vita scolastica. Oppure magari sappiamo tutto dei classici greci o dell’informatica, ma sconosciamo metodi, tecniche e sistemi di insegnamento che pure dovrebbero essere il nostro pane quotidiano. E, se mi capita di parlare con giovani dei paesi di un territorio a parco naturale, mi rendo subito conto che non hanno la più pallida idea di come cominciare a pensare uno sviluppo ed una attività economica che si fondi sulle peculiarità del loro territorio. Così è in tutti campi (non sarebbe vano toccare anche l’ambito delle nostre rappresentanze parlamentari, sempre rimamendo nell’ambito scolastico non posso che riportare le drammatiche evidenze di incompetenza di tutti gli ultimi ministri. Al di là delle loro intenzioni, ascoltare un loro intervento significa avere subito chiarissimo che non hanno la più pallida, lontanissima, idea di cosa stanno patlando…), inutile dilungarsi con ulteriori esempi: molte competenze sono scomparse con le persone che le esercitavano, altre sono diventate obsolete. Ne servirebbero di nuove, idonee ad affrontare le attuali esigenze economiche e il particolare momento sociale. Insisto, non si tratta (solo) di “saperi”! In questo la scuola ancora qualcosa riesce a fare! Si tratta di come usarli, questi saperi, come “fare sistema” in modo virtuoso, quali criteri, quali ideali, quali metodi prediligere per il loro utilizzo in casi concreti, i momenti nei quali dai saperi si passa alle realizzazioni e ai ritorni economici. I risultati dell’indagine qui sopra riportati dunque non mi sorprendono per niente.
Un contributo a queste riflessioni, l’ho recentemente trovato nell’intervento di Baricco a Firenze, in occasione della Repubblica delle Idee, intervento ricco di spunti, il primo dei quali riguarda proprio la “educazione”, ma intesa in senso lato di “formazione”.

Questo l’intervento:
http://video.repubblica.it/dossier/repubblica-delle-idee-2013/rep-idee-baricco-le-parole-da-cui-ricominciare–tutta-la-lezione/130954/129460

http://flv.kataweb.it/player/v4/player/player_v1a.swf

Della scuola, vi scongiuro, dimenticatevene!

A tutti sia consentito parlare di tutto, ci mancherebbe altro! E quindi a tutti è consentito parlare della scuola e di qualsiasi altro argomento possa venire in mente.
Se però un intervento di un illustre e stimato intellettuale viene veicolato da un giornale a grande tiratura la prudenza si rende necessaria e soprattutto si rende necessario il senso e la coscienza di cosa sia opportuno o meno.
Mi riferisco all’intervento di ieri (20 settembre 2013), su Repubblica, di Massimo Recalcati, psicoanalista innovativo di grande e meritata fama che invita i docenti a non fare, in classe, gli psicologi. Ovvero, giustamente, di astenersi dal fare gli psicologi da strapazzo a danno dei malcapitati studenti. Assolutamente daccordo: chi, come me, entra in classe ogni giorno da oltre vent’anni classifica questa convinzione tra quelle sulle quali c’è assoluta chiarezza.
La stessa chiarezza Recalcati mostra chiaremente di non possedere quando si spinge a dire ai docenti anche dell’altro, quando si spinge ad una critica dell’azione didattica rifacendosi direttamente, come accade a quanti non siano specialisti del settore istruzione, alla propria personale esperienza di ragazzo! My god, sarebbe come dire che chiunque di noi sia stato curato da qualche malattia (chi non è mai andato dal medico?), per questo solo fatto è autorizzato e titolato a raccomandare come debba essere svolta la professione medica! E nel caso di aver subito un’operazione? Ci intenderemmo di chirurgia?
Ovviamente le cose non possono stare in questo modo e la palese incompetenza di Recalcati a proposito di scuola si manifesta drammaticamente quando cita “i contenuti dei programmi ministeriali”, rifacendosi ad un concetto gentiliano ancora in adozione negli anni 70 ma ormai abolito da non so più quanto tempo! Potremmo andare avanti, perchè il nostro si spinge a parlare di cognitivismo e di nozionismo confondendo, temo, teorie della conoscenza e pratiche e metodologie didattiche, cita Socrate e l’informatizzazione, tutto toccando sino ad augurare, ad ogni studente, di incontrare la propria Giulia, carismatica docente fasciata da “tailleurino” grigio… Mi unisco senz’altro a questo augurio di erotizzazione scolastica, ma, allo stesso tempo, prego tutti: per favore, dimenticatevi della “vostra scuola”, anzi, dimenticatevi della scuola del tutto! Il danno sarebbe senz’altro minore!

Anno nuovo nuova programmazione

Partenza del nuovo anno scolastico, ancora una volta la voglia di cambiare tutto, come si fa ad andare avanti nello stesso modo? Troppo deprimente!

A distanza di un anno dall’uscita delle “indicazioni” per gli istituti tecnici si sono potute capire una serie di cose, almeno credo di averle capite limitatamente al mio insegnamento: gli “obiettivi” sono elevatissimi, il tempo si è ridotto sia per la diminuzione delle ore settimanali sia perchè la materia “telecomunicazioni” nell’articolazione dove io insegno si fa solo in due anni al posto dei precedenti tre (…), il numero di possibili contenuti cresce continuamente col crescere dell’evoluzione tecnologica… c’è da farsi venire più di un mal di testa. Sicuramente l’impianto classico della trattazione di elettronica e telecomunicazioni non è più adoperabile, dovrebbero rendersene conto anche gli editori e gli autori di testi scolastici che continuano a sfornare “buone” opere, purtroppo non adoperabili dai nostri studenti (il discorso merita da solo un altro post).

La voglia quindi è di partire “col piede giusto” sin dall’inizio: l’idea, già coltivata dalla fine dell’anno Leggi tutto “Anno nuovo nuova programmazione”

A cosa serve la scuola?

Ho appena finito di leggere qualcosa che sta avendo, almeno a giudicare dai commenti e dai tweets, notevole successo anche in Italia. Si tratta del testo (rilasciato come Oer) “A cosa serve la scuola? Non rubate i sogni” di Seth Godin. Annoto qui di seguito alcune mie insignificanti riflessioni in merito.

Leggi tutto “A cosa serve la scuola?”

EPUB editor

Ho provato oggi pomeriggio l’ambiente di sviluppo di libri elettronici in formato ePub creato e messo a disposizione da Espertoweb. L’ho fatto creando un piccolissimo ebook su di un argomento di elettronica trattato in classe proprio in questa settimana. Devo dire che la prova è stata più che soddisfacente: lo strumento si è rivelato assai rapido e sufficientemente “friendly” anche grazie al magnifico supporto tutoriale disponibile. Questi i file scaricabili:

La presenza delle due versioni è, ahimé, significativa! Infatti sul’amato iPad la versione interattiva con i quiz non funziona! Colpa del parziale supporto di iBooks e degli altri “reader” allo standard ePub3″. Che dire… speriamo che si rimedi presto! In compenso ho scoperto un ottimo reader, ma da PC però, nel plugin “Readium” di Chrome.

AGGIORNAMENTO 11/02/2013

 

Grazie al pronto intervento di Francesco Leonetti adesso tutto funziona a meraviglia! A quanto pare si era verificato un difetto di esportazione che non permetteva la corretta validazione del formato.

Per capire la “Flipped Classroom”

Bella presentazione di Laura Antichi gentilmente condivisa su slideshare. La condivido a mia volta!

RLC serie – una risorsa aperta

20130201-231210.jpgHo provato a produrre una piccola risorsa, potremmo definirla una “unità di apprendimento”, per gli alunni della mia quinta classe. L’ho fatto adoperando l’ambiente (e lo spazio) messo gratuitamente a disposizione da oercommons.org, sito di riferimento per la raccolta, e non solo, di risorse didattiche “aperte”, nel senso che si tratta di risorse condivise, liberamente utilizzabili e anche liberamente modificabili. Il termine “aperte” va quindi ben al di là del concetto di gratuità: si tratta di materiali per i quali vengono forniti anche gli originali (esemplificando: i file word anzicchè i pdf…) modificabili. Chi volesse approfondire il discorso troverà utile questo punto di partenza: http://wiki.creativecommons.org/IT/Documentazione.
Passo quindi senza indugio a descrivere le mie Impressioni di utilizzo dell’ambiente di editing “openAuthor”.
L’aspetto è estremamente “pulito” con una interfaccia di utilizzo assai intuitivo e piacevolmente rapida nel rispondere ai diversi “click”. Lo strumento di scrittura è piuttosto elementare, privo di sofisticate formattazioni, ma non ho avuto modo di desiderare di più. In compenso è estremamente comodo l’utilizzo della colonna di sinistra per la generazione dei capitoli e dei sottocapitoli: l’immediatezza e la facilità nella riorganizzazione lo tende uno strumento magnifico anche solo a livello della progettazione della scansione dei contenuti.
L’inserimento di immagini, grafica e contenuti multimediali è anch’esso molto funzionale e consente sia l’upload dei file che l’embedding da risorse esterne.
Una volta completato il testo si passa alla procedura di pubblicazione che prevede l’inserimento delle utili e opportune informazioni a corredo, ovvero un abstract, l’elenco degli obiettivi perseguibili, la descrizione della natura del lavoro (libro di testo, recensione, assignment, quiz, etc), le parole-chiave, la lingua utilizzata, la licenza (aperta) per il rilascio. Una volta effettuata la pubblicazione il lavoro viene inserito negli elenchi dei materiali presenti sul sito e messo a disposizione del pubblico.

20130201-234450.jpgDisponibile ovviamente un link per riportarne l’indirizzo ma anche i bottoni per il download sia in versione pdf che in versione ebook. I docenti che volessero effettuare una modifica e un adattamento hanno la possibilità di scaricare il “bundle” completo dei materiali sorgente.