Nuova simulazione, più completa: Arduino controlla un motore in modalità avanti e indietro utilizzando il classico ponte “H” a bjt.
Autore: Carlo Columba
123D Circuits – Progettare e simulare con Arduino
Sto sperimentando un ambiente di progettazione e simulazione di sistemi basati su Arduino. Si tratta di 123D Circuits, ambiente gratuito e interamente on line.Consente di montare un circuito direttamente sulla breadboard, oppure di disegnarlo come schema elettrico. Consente anche di scrivere direttamente lo sketch di Arduino ed esegue la simulazione sia hardware che software! Provare per credere . . .
http://123d.circuits.io/circuits/430158-arduino-pilota-un-motore-dc-con-un-solo-bjt/embed#breadboard
Effetto “wow” in fotografia
La foto qui a lato è la vincitrice di uno dei tanti “contest” organizzati da ViewBug. Bella foto, per carità, ricca di importanti elementi formali quali le diverse simmetrie (orizzontali, verticali), l’effetto specchio, la contemporanea presenza di limpidezza e di foschia, il casolare piazzato in sezione aurea, la luce dolcemente radente, la soavità dell’insieme. L’acqua, il cielo , la terra, la presenza ordinata dell’attività dell’uomo: anche simbolicamente possiamo sbizzarrirci. Eppure è una foto che non guarderemo mai più! Ci sono bastati dieci secondi, forse anche meno, per coglierne i diversi aspetti, emozionarci un attimo, saturarci sino allo sdegno subito dopo. Sì! Si tratta del famigerato effetto “wow” di cui sono pieni tanti ambienti che si occupano di fotografia ove la fa da padrona una certa estetica patinata, da catalogo pubblicitario di macchine fotografiche, un qualcosa di rapido effetto e di rapidissimo esaurimento del consumo. Mi sembra che sia veramente arrivato il momento di dire basta!
Italy in a day
Appena finito di guardarlo, voglio scrivere qualche mia impressione e considerazione prima di andare a leggere cosa se ne dice e prima di cercare qualche dettaglio sulle modalità di realizzazione. L’ho visto oggi, bella la tecnologia, su “replay” della Rai, per fortuna è disponibile! Nonostante l’avessi messo in calendario l’avevo perso, ieri sera…
Mi è piaciuto! I motivi sono tanti, ad esempio il registro linguistico selezionato, la dimostrazione che è possibile realizzare coralmente un’opera cui contribuiscono, letteralmente, decine di migliaia di persone. Mi sono piaciuti i singoli video anche a prescindere dal montaggio complessivo, trovo che siano frutto di sensibilità, di attenzione, di arguzia. Poetico e onirico il clip girato sulla porta-container in navigazione nell’oceano. E intimo e riflessivo come il monologo della ragazza sotto il lenzuolo.
Bambini, vecchi, disoccupati, in salsa di buone intenzioni, si potrà dire che costituiscono semplici ed efficaci ingredienti per il confezionamento di un prodotto accattivante ai limiti del ruffiano ma la mia sensazione è che realmente il film contenga molto di più: una non banale ventata di ottimismo anche quando provata dalle difficoltà dell’esistenza, l’assenza di retoriche individualiste, il tentativo di guardarsi dentro. E poi tanta amorevolezza, tanta disponibilità, tanta socialità. Perfino della saggezza.
La mia curiosità adesso, non so se riuscirò a soddisfarla, è quella di capire se ciò che ci è stato mostrato riflette la sostanza e il messaggio dell’insieme delle clip prodotte e inviate. Vorrei sapere insomma se la regia ha rispettato il messaggio emergente dall’insieme degli autori o se ha compiuto una operazione di curvatura, piegamento ed edulcorazione.
Per il momento mi piace pensare, al di là delle beghe politiche, degli abbaiamenti delle trasmissioni televisive di pseudoconfronto, di una ansiogena modalità comunicativa dei media, che si tratta del frutto genuino della migliore, attuale e popolare cultura italiana.
le nuove opportunità per tutti i docenti: formazione e carriera nella buona scuola
Dalla copertina che ricorda piuttosto direttamente la grafica di un pacchetto di sigarette é stato oggi pubblicato il documento prodotto dal governo Renzi sulla scuola. Quanto segue é un piccolo commento al solo capitolo 2, quello che parla della carriera del docente, e quindi esplicitamente non si riferisce all’insieme delle misure previste. Se riuscirò continuerò questa carrellata nei prossimi giorni.
Alla pagina 45 “quali competenze per i nostri docenti” si legge:
Ci si aspetta [dai docenti ndr] inoltre che non insegnino solo un sapere codificato (più facile da trasmettere e valutare), ma modi di pensare (creatività, pensiero critico, problem-solving, decision-making, capacità di apprendere), metodi di lavoro (tecnologie per la comunicazio- ne e collaborazione) e abilità per la vita e per lo sviluppo professionale nelle democrazie moderne.
… Leggi tutto “le nuove opportunità per tutti i docenti: formazione e carriera nella buona scuola”
Un altro mondo
Perché?, si chiese. Perché? Ma ogni volta che cercava di capire, l’unica spiegazione che riusciva a darsi era una a cui aveva pensato molte altre volte. Senza che ce ne siamo veramente resi conto, un altro mondo si è sviluppato intorno a noi, pensò. E io, vivo e agisco nel mio lavoro come se fossi ancora nell’altro, in quello vecchio. Devo imparare a vivere in quello nuovo.
Mankell – Assassino senza volto
Il tunnel dell’economia
Leggo l’editoriale di Scalfari odierno (17 agosto) nel quale brillantemente si tratta, tra l’altro, della differenza tra depressione e deflazione, delle cause e degli effetti dell’una e dell’altra, di come entrambe contribuiscono al declino complessivo dell’economia italiana, di come si potrebbe/dovrebbe operare a livello tecnico e politico per far fronte alla situazione. Limpido, chiaro, efficace.
Non posso però fare a meno di constatare, ancora una volta, che, ammesso che esista un modo per far riprendere le economie europee, tale processo viene concepito e messo in atto nelle modalità storiche che lo hanno determinato. Sicuramente si ripresenterà e forse in forme anche più gravi.
In ogni caso si tratta di un processo basato sull’incremento della produzione e dei consumi secondo aspettative e teorie risalenti al periodo nel quale si poteva ancora credere che le risorse naturali e ambientali fossero tanto grandi da potersi, ai fini pratici, considerare infinite.
Quanto queste convinzioni siano diventate drammaticamente inattuali è così evidente che non si richiede alcuno sforzo esplicativo epperò sembra che non possa esistere nessuna alternativa al modello economico vigente. Che significa affermare che non esiste la possibilità di evitare il disastro ecologico ed ambientale tipico delle dinamiche puramente zoologiche, il disastro delle sovrappopolazioni. Ovvero: se non ci fermiamo da soli, sarà l’ambiente a farlo, come sempre accade in natura. Peccato che si tratta di passare da milioni (miliardi?) di morti, da spaventose guerre e violenze e sofferenze inenarrabili.
Mi sembra una logica tossica e da tossicomane, forse oltre il tunnel dell’eroina esiste anche un collettivo tunnel dell’economia 🙁
Pratiche scolastiche buone e cattive
Ho letto con piacere su insegnareonline l’intervento di Muraglia “Le buone pratiche” la cui lettura consiglio fortemente a tutti gli interessati delle faccende scolastiche.
Non potendo rispondere con un commento in quella sede lo faccio qui sul mio blog.
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Discorso decisamente complesso ma forse è possibile tentare qualche risposta.
Pratica “buona” e pratica “cattiva”: come distinguerle?
Citando te stesso direi che la generazione di senso può essere utilmente assunto come discrimine: buona è la pratica che genera senso, lo genera negli studenti e lo manifesta nell’intero processo di insegnamento -apprendimento. Al contrario “cattiva” è una pratica che non lo genera o addirittura che contribuisca alla generazione del “non-senso” delle tante ore passate sui banchi. Mi riferisco qui alla possibilità che alcuni nostri comportamenti da docenti possano addirittura essere dannosi. Conosciamo il fenomeno.
Valutazione della bontà di una pratica
Scarterei per intero l’apparato classico di verifica e valutazione e mi rivolgerei a qualcosa che ci dia una indicazione della modifica del comportamento dei diversi alunni mettendo in secondo piano la classica esposizione dei saperi, qualunque sia la forma che a questa esposizione vogliamo dare, per evidenziare invece “azioni” ed “elaborazioni”. E qui penso fortemente al valore della “esposizione” personale, esposizione nel senso di mettersi in gioco, esponendo i propri punti di forza come i punti di debolezza. La forma di questa esposizione potrebbe somigliare molto a ciò che succede sui blog e in genere sulla presenza di noi stessi on line. Promuovendo l’intervento degli studenti sui vari ambienti e sistemi della rete potremmo, credo, immediatamente notare quanto l’attività della classe sia stata rilevante per i singoli alunni. Lo vedremmo attraverso il racconto restituito dagli stessi alunni, così come attraverso la rielaborazione dei contenuti e delle pratiche (per l’appunto) cui gli alunni sono stati esposti. Qualcuno obietterà l’aspetto “pubblico” di questa interazione. Io credo che questo aspetto sia particolarmente premiante: in questo modo l’intervento diventa immediatamente “politico” , usando il termine per il suo significato di partecipazione alla vita della comunità. L’alunno mette pubblicamente in gioco se stesso col suo apparato di opinione e di pensiero e così facendo è costretto ad una elaborazione vera; l’alunno impara a mettere definitivamente da parte l’atteggiamento “scolastico” che possiamo riassumere brutalmente col classico pensiero da interrogazione: “… ma il prof cosa vuole che io dica”? In questo caso il prof non può voler niente e, già da solo, questo aspetto mi farebbe davvero ben sperare!
That’s me!
Genitori e figli al tempo dei video hard
Sul suo blog Muraglia scrive Genitori e figli al tempo dei video hard, attenta riflessione sul recente accadimento a Palermo che ha generato una escalation di pubblicazione su tutti i giornali locali e su molti di quelli nazionali, compreso alcuni giornali “tecnici” del mondo della scuola.
Concordo e rilancio quanto detto. Come osservatore delle implicazioni e conseguenze dell’uso delle tecnologie e dei media vorrei solo aggiungere una considerazione. Comportamenti come quelli descritti non sono (o semmai solo in minima parte) da imputare alla disponibilità di smartphone e connettività. Molto più determinante mi sembra la diffusione (vedi anche MTV) di “reality” nei quali comportamenti altrimenti visibili solo nei porno professionali vengono invece tranquillamente diffusi persino in orari “non protetti”. Se pensiamo al relativo potenziale di imitazione non possiamo che deprecare.
Sostanzialmente si tratta ancora una volta di quanto correttamente descritto da Galimberti: il “mercato”, assai lontano dall’essere questo ideale mediatore delle dinamiche sociali, si sostituisce al bisogno degli individui, surrogando negli adolescenti la ricerca del “sè” e imponendo loro di fatto modelli di vita e di consumo che non esitano a degenerare in comportamenti sin’ora considerati quanto meno sconvenienti.