Mi aspettavo una analisi mediatica, invece il nuovo libro di Anna Fici, “Leggere e Scrivere i Media” è per me una scoperta delle tematiche relative al “Trusted Computing“. Si tratta di una alleanza tra produttori hardware, software ed entertainment per la realizzazione di sistemi capaci di abbinare le interfacce user-friendly con la massima possibile sicurezza informatica. Le intenzioni sembrano buone, ma esistono fondati timori che le soluzioni in corso di adozione possano nascondere o comunque veicolare dell’altro: il controllo sui diritti d’autore dei brani audio-video presenti nei vari dispositivi, ad esempio, oppure limitare alcune libertà di azione degli utenti sul web. Personalmente mi mette molto in allarme la possibilità che possa essere facilitata la diffusione sul mercato di nuove forme di broadcasting, come se già non ci bastasssero tutti i grandifratelli proposti dalle varie emittenti . . .
Il testo indaga scientificamente sulle possibili conseguenze del trusted computing in ambito sociale e in ambito individuale e si interroga su quali potrebbero essere le modalità di rifiuto culturale dei relativi scenari di impiego.