Cambio pelle (e che sono… un serpente?)

Come dice Sam Shepard, l’avanzare dell’età ci dà la possibilità di fare quei cambiamenti che magari non siamo riusciti a compiere nel corso di tutta la precedente esistenza, di compiere qualche passo in una direzione diversa e nuova (vedi). Di essere un personaggio diverso, dice lui, da attore. Ma in qualche modo tutti quanti nella vita “recitiamo” , eventualmente a nostro personale uso e consumo. Capita a puntino perchè da qualche tempo ormai mi trovo a voler “cambiare pelle”: io sono sempre io, intendiamoci, ma da questo momento vorrei presentarmi in un modo diverso, un modo che sia meno stereotipato e più aderente a quella che (adesso) sento essere la mia intima natura. Basta, cambio pelle! Come? Voglio mettere in secondo piano alcune abitudini e interessi legati alle tecnologie informatiche, ai media, alle tecnologie didattiche, ai sistemi di rete e mettere invece in primo piano i miei interessi nel settore della fotografia artistica (passatemi la definizione anche se mi sta un po’ stretta). Voglio quindi farmi conoscere non più per quello che so fare e che so insegnare a fare ma piuttosto per quello che riesco ad esprimere in termini di bellezza ed emozione. In pratica: mettere in evidenza i miei lavori fotografici creando una certa continuità nei tempi di pubblicazione dei materiali; cercare contatti con altri fotografi e con curatori e galleristi; mettere in mostra alcune serie; creare, se possibile, degli “oggetti vendibili” (piccole pubblicazioni, stampe); partecipare a qualche concorso. Lo scopo? Bah…fondamentalmente: vivere! Facendo cose belle e interessanti.

Invito tutti a visitare il nuovo sito che ho creato a questo scopo e possibilmente a lasciare una valutazione dell’esperienza d’uso alla pagina: carlocolumbaphotography.cloud/il-tuo-parere-sul-sito/

Sin d’ora: grazie!

Paesaggi rurali storici

20130301-233345.jpgUn testo prezioso per chi, come me, ama andare in giro e ama fare fotografie. La lettura del paesaggio diventa inevitabilmente connaturata.
Peccato per il corpus di immagini che non è alla’altezza dell’opera, si tratta spesso di foto puramente descrittive a volte perfino un po’ sciatte. Nonostante la mole ho trovato carente la sezione dedicata alla sicilia perché mancante dei paesaggi dell’ennese e del messinese, fondamental, i primi, per la coltura estensiva dei cereali, i secondi per la presenza delle faggete e delle tracce delle antiche transumanze.

Fuori rotta (off course) by Salvo Cuccia

L’ho appena finito di vedere, un commento molto a caldo, quindi.

Ammetto subito che in qualche momento, complice anche la tarda ora, ho temuto di non riuscire ad andare sino in fondo. E’ successo più che altro all’inizio, quando ancora la trama non mi era chiara e il ritmo oscuro. Invece l’ho visto proprio tutto, titoli di coda compresi, e con molta – sottolineo – molta,  soddisfazione.

Il tema trattato certamente “funziona”. Ma forse faccio male a parlare di tema al singolare, giacchè le possibili tematiche principali sono davvero tante: il mediterraneo, ovviamente, con la moltitudine di culture che vi si affacciano e che storicamente ne sono state determinate, così  come il tema della religione, anzi, delle religioni monoteistiche, cristianesimo e islam in testa. Ma c’è la storia del fotografo, del suo esilio e del suo tornare, quasi un resuscitare personale e professionale. E ancora le storie delle persone che vengono fotografate, con tutto il loro portato, ognuna di loro, da sola, avrebbe forse potuto fornire spunti sufficienti per un film intero.

Bello. Interessante. Toccante.

Se proprio una critica si vuol fare si può forse dire del regista che ha peccato di troppo amore.  Il film è per questo forse troppo ricco, troppo denso, ci fa vedere troppi posti. Forse dei tagli più coraggiosi ci avrebbero restituito un messaggio più limpido. Ma si sa: al cuor non si comanda!