Quello della produzione dei contenuti è un tema sicuramente centrale nelle attività scolastiche. Anche chi, tra i docenti, si volesse ancora ostinare a lasciare i compiti “da pag. xx a pag. yy” del libro di testo, si troverebbe comunque a dover avere a che fare con materiali prodotti dai ragazzi in una delle tante possibili forme digitali. Ma la maggior parte di noi docenti si trova più o meno piacevolmente impegnato nella preparazione di materiali didattici da distribuire ai ragazzi o sotto forma di integrazione del testo o perché si stanno adottando metodologie innovative quali la flipped classroom o perché si vuole aiutare qualche alunno che trova il testo in adozione troppo difficile da seguire.
Le divisioni e le classificazioni operate nel costruire questa mappa devono considerarsi indicative ed esemplificative: a destra troviamo strumenti il cui utilizzo è opportuno per la produzione di materiali strutturati ed estesi sotto forma di pubblicazioni in formato elettronico o di unità didattiche, quindi strumenti essenzialmente rivolti ai docenti. Nella parte a destra troviamo strumenti idonei alla realizzazione di contributi anche granulari e quindi idonei sia per gli studenti, ad esempio per la creazione di elaborati da consegnare, sia per i docenti. Qui nel seguito cercherò di evidenziare le caratteristiche peculiari di ognuno di essi.
In alto a destra troviamo tre strumenti per la realizzazione di libri elettronici in formato epub ovvero nel formato ideale per pubblicazioni da fruire tramite e-reader, tablet e cellulari. Si tratta di un formato “aperto” e quindi particolarmente indicato per rilasciare materiali sotto forma di “Open Educational Resources” (OER). Nell’ordine dall’alto in basso le prime due: Calibre e Sigil sono applicazioni gratuite e liberamente scaricabili e installabili sul proprio computer. L’utilizzo preminente per Calibre è quello della conversione di documenti originariamente in diversi formati verso il formato ePub, mentre con Sigil si ha la possibilità di produrre ex-novo il documento e di entrare molto profondamente nei meandri della struttura informatica dello standard. Personalmente prediligo, e consiglio fortemente, l’utilizzo del terzo strumento, ePubEditor: si tratta di un ambiente on line estremamente intuitivo da utilizzare e molto, davvero molto “potente”. Nella versione base (basta una semplice registrazione sul sito) mette a disposizione gratuitamente una quantità di strumenti e possibilità che difficilmente riusciremo ad utilizzare al completo. I vantaggi consistono nel non richiedere nessuna particolare formazione all’utilizzo dello standard e nessuna conoscenza aggiuntiva oltre al classico utilizzo di word e l’utilizzo delle classiche “textarea” per la generazione degli articoli su un blog. In più ePubEditor è fatto per registrare contributi in formato epub3, cosa che consente l’inserimento immediato di elementi multimediali quali audio e video e la generazione di quiz interattivi a valutazione automatica. Nel mio piccolo ne ho ricavato una dispenza per la soluzione delle reti elettriche liberamente scaricabile. Grazie alla presenza dei quiz mi è molto utile per il recupero in itinere e per fornire ai miei studenti un materiale stringato e perfettamente centrato sugli obiettivi del nostro corso.
A seguire in senso orario sulla mappa ho indicato una soluzione idonea all’utilizzo dei tablet direttamente in classe mentre si svolge la lezione: si tratta di Explain Everything, una app disponibile sia in ambiente iOS (iPad) che Android (quasi tutto il resto del mondo). La app è a pagamento, costa, ad oggi, circa 6 euro ma ne vale assolutamente la pena. Giusto per avere una idea, la sua caratteristica è di funzionare come un generatore di presentazioni capace di registrare in tempo reale sia audio che video. Collegando il tablet al proiettore dell’aula è possibile fare lezione e contemporaneamente registrarla in modo da poterla in secondo tempo riutilizzare, modificare, mette a disposizione come materiale didattico. Consente di scrivere a mano col pennino, inserire testi formattati, inserire immagini, creare animazioni, etc etc. Per toccare con mano le sue diverse possibilità sul sito sono disponibili una serie di presentazioni liberamente fruibili e scaricabili. Un esempio di materiale realizzato dal sottoscritto è reperibile qui: Serie di resistori ove si vede il video ricavato dalla app. In questo altro esempio (Calcolo tensione su un condensatore) il materiale prodotto è stato salvato in pdf.
Nella parte sinistra della mappa troviamo strumenti per la creazione di contenuti nelle forme più diverse e per lo più fruibili direttamente tramite web. Continuando l’esplorazione in senso orario troviamo indicati un software per la creazione di screencast ovvero Screencast-O-Matic.Uno screencast è un video che viene ricavato direttamente dallo schermo del pc o del tablet: ad esempio la dimostrazione di utilizzo di un software o la registrazione di una lezione dal vivo sulla lavagna interattiva. La registrazione comprende il video mostrato a monitor, una finestra aggiuntiva con immagine prelevata dalla webcam tipicamente il docente che parla, l’audio catturato dal microfono del pc o del tablet. Screencast-O-Matic lancia una sessione di registrazione direttamente dal sito web, e consente di ottenere il software di produzione anche in modalità residente, facendolo installare sul pc. Videolicious è dedicata ai tablet ed è a tutti gli effetti una app da installare per la produzione di veri e propri video e comprende in sé sia gli strumenti per la ripresa che gli strumenti per il montaggio del video e il suo rilascio finale. Strumenti di questo genere ne esistono parecchi, i due sopracitati sono stati scelti per la certa immediata funzionalità.
Continuando ad esplorare la mappa troviamo il logo del più affermato strumento per la produzione di “wiki“, ovvero “mediawiki“, il motore sottostante la più famosa “wikipedia”. il suo uso però non è dei più semplici: va installato su un server web per la realizzazione di un nuovo sito con funzionalità “wiki”. Ai fini scolastici è più funzionale rivolgersi a soluzioni che ci forniscono già un wiki preinstallato e immediatamente usabile ad esempio wikispaces che fornisce gratuitamente un ambiente già configurato per una classe, basta una semplice registrazione s subito si ha a disposizione un sito web di tipo “wiki”. Per capire le potenzialità del suo utilizzo in classe bisogna aver presente che si tratta di un ambiente web, un sito web quindi, le cui parti possono essere scritte ed editate tutte le volte che si vuole da qualsiasi componente della classe. Si pensi ad esempio ad una documentazione di progetto oppure ad una relazione o una ricerca su di un dato argomento. Il docente potrebbe generare sul wiki una pagina indice; gli studenti, a partire da quell’indice , generano altrettante pagine inserendovi testo, immagini e quant’altro sia utile alla trattazione. Quello che vien fuori è un documento editato cooperativamente e collaborativamente dall’intera classe. Il sistema ha particolare valore formativo perché in ogni momento è possibile risalire al’autore di ogni contributo inserito. Inoltre è sempre presente il sistema di “versioning” (controllo di versione in italiano) che consente il ripristino di una pagina alla versione corrispondente ad una certa data. In tal modo anche se qualche studente inserisce dei contributi non corretti o esegue delle manovre improvvide cancellando accidentalmente una parte del testo, con un solo click la pagina è ripristinabile alla versione desiderata. Lavorando con i ragazzi non è cosa da poco!
Continuando in senso antiorario incontriamo sulla mappa il logo di wordpress, uno dei generatori di blog più diffusi. Su wordpress.com è possibile ottenere un proprio blog personale gratuitamente e in pochissimi minuti. Su cosa sia un blog e sulla sua immediatezza di utilizzo non mi dilungo, eventualmente consiglierei di leggere qualcosa del genere e direttamente di provare a farne uno. Il suo utilizzo, essendo per lo più uno strumento personale, lo riserverei agli alunni della secondaria oppure ai docenti ma, chiaramente, con scopi e obiettivi differenti. A cosa serve un blog? A fare portfolio, a fare diario, a tenere conto e traccia di citazioni e contributi differenti, a fornire una presenza e una visibilità sulla rete. Tenere un blog significa pubblicare più o meno periodicamente dei contenuti con un incredibile ricaduta sulle abilità di ricerca e di scrittura e un notevolissimo incremento di pensiero critico.
Non rimane che da parlare di Google “Drive”, già “documents” che più che come semplice strumento o ambiente si propone come vera e propria galassia onnicomprensiva. E infatti alcuni aspetti non sono così di immediato utilizzo come potrebbe sembrare, ma vale la pena imparare ad utilizzarlo, assolutamente. Per accedere a “Drive” è necessario possedere un account google, tutto si basa e ha inizio da qui: fare un indirizzo di posta elettronica su gmail. Una volta fatto questo si ha immediato e gratuito accesso a tutti gli ambienti e strumenti messi a disposizione da “Drive” a partire da una suite di software di tipo “office” (compatibile microsoft) assai completa e funzionale.
Riporto qui sopra il menu che si apre una volta fatto accesso a drive e click su “nuovo”: come si vede si può creare una nuova cartella, caricare dei file, caricare intere cartelle di file; sono, queste, funzionalità da disco rigido, da sistema operativo. I successivi menu consentono di creare dei documenti di testo anche con formattazione complessa, dei fogli elettronici tipo excel, delle presentazioni con le slide. Qualsiasi documento prodotto è automaticamente conservato sulla spazio che drive mette a disposizione dell’utente ed eventualmente esportato e scaricato in diversi formati: pdf, doc, ppt, etc. Qualsiasi documento e/o cartella è condivisibile con altri utenti ai quali si può dare facoltà di modifica ed ulteriore condivisione. Si tratta quindi di un ambiente con spiccate caratteristiche collaborative. Gli ulteriori menu consentono di creare “moduli” da mettere on line e far completare agli utenti per l’effettuazione di sondaggi, la raccolta dati o altro. Non manca un ambiente di disegno e un’altro per la creazione, congiuntamente con “Maps”, di mappe personalizzate. Si tratta quindi di uno strumento prezioso: evita l’acquisto e l’installazione di software a pagamento, consente la collaborazione a più mani sullo stesso documento, consente la condivisione online immediata con tanto di link da potere incollare sui blog e sui social, consente di avere a disposizione strumenti del tutto nuovi e innovativi rispetto ai sistemi tradizionali (si pensi alle mappe editabili e ai sondaggi on line con statistiche automatiche e immediate). Le possibilità messe a disposizione da Google non si esauriscono qui comprendendo anche la possibilità di realizzare siti web, di pubblicare su youtube, di fare videochiamate, etc. etc. ma queste sono funzioni di comunicazione e interazione piuttosto che di produzione di contenuti e quindi vanno trattate in altra mappa.