Ovvero una nuova rivista di fotografia creata a Palermo! Quando l’ho vista, sui banchi della mia edicola preferita l’ho comprata subito. Il suo creatore, Flavio Vicari, l’ho conosciuto tramite flickr e soprattutto tramite la sua instancabile attività di propositore di eventi legati al mondo della fotografia. Ebbene devo dire a Flavio e, naturalmente, agli altri collaboratori alla realizzazione: bravo, bravo, bravo! Non deve essere stato facile. Chi vive a Palermo sa quanto sia difficile venir fuori con una qualche attività: tutto e tutti sembrano congiurare per non fartela fare, per fermarti. Questa “cosa” , nata prima sul web, e molto rapidamente arrivata alla carta stampata, si è invece concretizzata: onore al merito.
Passo adesso alle impressioni dalla lettura.
La prima cosa che salta subito agli occhi è questa: ma che belle foto . . anche quelle già viste on line acquistano una consistenza e una maggiore dignità! Ma guarda, vuoi vedere che la carta stampata si conferma ancora come il mezzo che meglio valorizza l’immagine fotografica. Mi piace questa sensazione, sa di recupero di qualcosa di buono. Mi piace anche il fatto che gli autori presenti siano veramente tanti, da quelli “famosi” agli illustri sconosciuti. E’ una grande opportunità quella di poterli vedere tutti accomunati dallo stesso contenitore, mi sa di “scuola”, nel senso migliore del termine, di luogo cioè di scambio e di crescita, al di sopra delle divisioni e dei limiti imposti dalle realtà professionali e commerciali.
C’è ovviamente anche qualcosa che mi piace di meno e che mi muove verso un certo fastidio: la riporto come critica costruttiva e sempre con estrema e totale benevolenza.
I testi non sono all’altezza. Non perché siano mal scritti o poco interessanti; piuttosto mi sanno di conformismo, per la precisione di un certo stile che si rifà al conformismo della critica, con un determinato uso di termini, costruzioni e figure retoriche. Non saprei fare di meglio, lo ammetto, ma, guardando dal di fuori, e cecando di dare un contributo, direi: valorizziamo la semplicità, l’interiorità, la ricerca.
Gli editoriali: almeno in questo primo numero sembrano essere ispirati da un approccio piuttosto stantio e retrivo alle questioni delle tecnologie e della comunicazione. Continuare a ribadire certe posizioni, certe contrapposizioni, tra analogico e digitale, tra pellicola e sensore, tra stampa in camera oscura e regolazioni di photoshop . . . lasciano il tempo che trovano. Vermeer, il pittore, era uno specialista nel prepararsi da solo i colori per le sue tele. Lavorava le pietre dure, riducendole a polvere e creando delle paste con gli olii. Lavoro sublime, ma obbligato. Non aveva alternative. Per la fotografia potremmo allora arrivare ad affermare che dobbiamo cominciare a prepararci i supporti sensibili in casa: lastre di vetro sensibilizzate al collodio e ai sali di argento. Bellissimo, per carità, ma certo non riusciremmo a fare quello che oggi facciamo. Se lo scopo non è la tecnica, ma il linguaggio, la scelta non si pone nemmeno.
Concludendo: sono molto contento, il giudizio è estremamente positivo, la rivista è godibilissima e sono sicuro che sempre più diverrà un prezioso punto di riferimento!
Sito web: http://www.potpourrimensile.com/
Carlo Columba buonadomenica!
io dico solamente una cosa
serve tornare indietro nel tempo e reinventare la fotografia!
ci sono più fotografi che essere umani!!
In fondo in fondo, quando ci mettiamo a cercare, ci re-inventiamo ogni giorno. E cos’è la fotografia se non “cercare” per eccellenza? Dunque ben vengano, numerosi, i fotografi! 😉