Flipped Classroom – Flipped Textbook

E’ il titolo della relazione che ho avuto modo di presentare al VIII Seminario Nazionale sul Curricolo Verticale organizzato dal Cidi di Palermo. Pomeriggio molto interessante sul quale mi riservo di inviare qualche riflessione, intanto mi limito ad includere qui la mia presentazione.

Saperi tradizionali e cultura

La scena è la seguente: in automobile, per le campagne a caccia di soggetti fotografici. Guardandomi in giro ascoltavo, allo stesso tempo, il podcast della puntata di wikiradio sull’iPad ( http://www.radio.rai.it/podcast/A42594994.mp3), lo ascoltavo dall’iPad, guarda caso, collegato alla radio della macchina. E mentre ascoltavo il sempre piacevolissimo Roncaglia spiegare le ragioni dello straordinario successo del dispositivo dal quale sto adesso scrivendo, andava crescendo in me un disagio, uno scontento legato alla discrepanza tra le diverse sensazioni che stavo provando: ammirazione, da una parte, per gli attori del successo dell’iPad e contentezza per esserne un più che soddisfatto utilizzatore; sconforto, dall’altra, per essere ancora una volta investito dai segnali dello sfacelo del nostro (italiano e mediterraneo) tradizionale ambiente: campagne abbandonate, brutture e sporcizia diffuse, ingiustificata alterazione del paesaggio. Ho dovuto per qualche momento interrompere l’ascolto per cercare di focalizzare il pensiero. Perché, mi dicevo, ci sono luoghi dove si riesce a produrre, si riesce a creare innovazione e ricchezza mentre noi, che pure proveniamo da un passato ricchissimo anche considerando i soli beni della cultura materiale, non riusciamo a concludere nulla di buono? Come mai rimaniamo schiavi di mode culturali e sollecitazioni di mercato provenienti dall’esterno mentre la nostra economia e il nostro territorio stanno andando in rovina? Sullo sfondo di questa riflessione la parola “cultura”, un pò confusamente, si ripresentava alla mia attenzione. E così adesso vado a guardare su Treccani.it e a leggere:

Cultura. L’insieme delle cognizioni intellettuali che, acquisite attraverso lo studio, la lettura, l’esperienza, l’influenza dell’ambiente e rielaborate in modo soggettivo e autonomo diventano elemento costitutivo della personalità, contribuendo ad arricchire lo spirito, a sviluppare o migliorare le facoltà individuali, specialmente la capacità di giudizio.

Mi sembra illuminante il riferimento al miglioramento delle facoltà individuali, forse è proprio questo che ci è storicamente mancato. Forse la moltitudine di mestieri e di competenze dei quali eravamo ricchissimi basavano la loro efficacia sulla applicazione di una prassi per lo più senza riflessione, rielaborazione, senza crescita del lavoratore e del cittadino. Diventate inefficaci le prassi per le mutate condizioni socioculturali e infine per la globalizzazione siamo rimasti grezzi e incolti, prede per agitatori e demagoghi di tutte le specie.
E soprattutto incapaci di crescere.

Paesaggi rurali storici

20130301-233345.jpgUn testo prezioso per chi, come me, ama andare in giro e ama fare fotografie. La lettura del paesaggio diventa inevitabilmente connaturata.
Peccato per il corpus di immagini che non è alla’altezza dell’opera, si tratta spesso di foto puramente descrittive a volte perfino un po’ sciatte. Nonostante la mole ho trovato carente la sezione dedicata alla sicilia perché mancante dei paesaggi dell’ennese e del messinese, fondamental, i primi, per la coltura estensiva dei cereali, i secondi per la presenza delle faggete e delle tracce delle antiche transumanze.

Pochi giorni al voto

Non è mia abitudine parlare di elezioni e di voto ma questa volta sono davvero assai preoccupato! Mi associo in pieno al’appello di Eco:

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Stiamo assistendo a un finale di campagna elettorale drammaticamente pericoloso per il nostro paese: il capo dello schieramento politico responsabile del tracollo economico e sociale in cui versa l’Italia e del suo discredito internazionale, anziché essere isolato e ignorato, è prepotentemente tornato alla ribalta televisiva, nel silenzio dell’autorità competente a regolare la comunicazione politica e nel giubilo di molti mezzi di informazione, assurdamente avidi di commentare, chiosare e rimbalzare le bugie e i vuoti di memoria sparsi a piene mani, con la tipica totale indifferenza per i dati di realtà e per le proprie responsabilità. Il mondo intero guarda con terrore a un ritorno di Berlusconi, caratterizzato da una politica di proposte populiste e isolazioniste, un vero e proprio peronismo del XXI secolo.
Con le bugie e la negazione assoluta della penosa realtà cui i suoi governi hanno ridotto l’Italia – la recessione economica, la disoccupazione, la mancanza di prospettive per i giovani, la descolarizzazione, l’abbandono del patrimonio culturale e dell’ambiente, l’irresponsabile rivalutazione di Mussolini e del fascismo, la corruzione endemica, il potere della criminalità organizzata – Silvio Berlusconi tenta nuovamente di illudere, di circuire, di comprare il consenso degli elettori. Cosa è se non un tentativo di compravendita del consenso la desolante profferta di restituzione dell’IMU?
Il disprezzo per gli elettori non potrebbe, in questa odiosa campagna, essere più evidente: i cittadini italiani – secondo la destra – privi di memoria e a maggior ragione di capacità critica, dovrebbero vendere il loro diritto di scegliere la classe politica che dovrà affrontare i gravissimi problemi del paese in cambio di un’elemosina, pagata per di più con i loro soldi. Poiché ormai tutti sappiamo che per diminuire una voce di entrata dello Stato non si può che aumentarne altre, oppure tagliare ancora di più i servizi sociali.
Ma alcuni diranno che neppure gli altri schieramenti politici che si candidano alle elezioni sono granchè affidabili, vuoi perché negli scorsi anni hanno mal rappresentato l’opposizione ai governi in carica, vuoi perché hanno identità incerta o improvvisata. Non sarà Libertà e Giustizia, che ha sempre cercato, nella sua breve storia, di esercitare al meglio un ruolo di critica e di pungolo nei confronti dei partiti politici, a prenderne ora le difese, e tantomeno a dare indicazioni di voto.
Anzi, non abbiamo dimenticato di aver dichiarato che mai più saremmo andati a votare con questa legge elettorale, nella speranza di ottenere dal Parlamento un gesto di dignità, con l’approvazione di una legge elettorale migliore, più rispettosa della Costituzione e dei cittadini.
Condividiamo dunque molte delle perplessità e critiche alle formazioni politiche che si contrappongono, in questa competizione elettorale, all’impresentabile destra che affligge il nostro paese. E tuttavia sentiamo ora il dovere di richiamare tutti – e in particolar modo i giovani, delusi da uno scenario che offre loro ben poche possibilità di identificazione; coloro che oggi hanno ben più pressanti problemi di mancanza di lavoro e di soldi; gli scettici, che hanno per tante volte esercitato il voto senza vedere mai una gestione del potere degna di un paese civile; gli idealisti, che coltivano aspirazioni e obiettivi ben più alti di quelli che si agitano in questa vigilia di elezioni – alla necessità cogente di superare in modo netto e definitivo l’umiliante fase della nostra storia che si sta chiudendo, ma non si è ancora chiusa.
Quella fase che ha visto il dominio dell’ignoranza, della corruzione, dell’uso a fini privati della ricchezza pubblica, dello sprezzo della magistratura, della menzogna sistematica per nascondere la propria incapacità di svolgere il ruolo che la Costituzione affida ai governi: guidare la comunità nazionale a elevare il proprio grado di civiltà.
Per raggiungere e consolidare l’obiettivo – di farla finita con i governi dei peggiori – Libertà e Giustizia fa appello a tutti i cittadini italiani che condividono la necessità di guardare avanti affinché superando le riserve e le delusioni, decidano di esercitare il loro diritto di voto in queste elezioni, locali e nazionali, a favore di una delle formazioni politiche che si impegnano a contrastare questa destra inetta e illiberale che ancora ci minaccia.
Ma non è questo il solo appello che facciamo ai cittadini italiani: il voto non è una delega in bianco! E per esercitare un controllo sul potere politico occorre rimanere attivi, informati, critici: occorre imparare, da cittadini, a chiedere e a protestare, a creare reti e legami, a far sentire la propria voce. Il nostro paese dovrà nei prossimi anni affrontare problemi molto impegnativi: ricostruire una propria missione nel mondo globalizzato e riparare il proprio tessuto sociale, liberandolo da criminalità e corruzione. Imprese tanto grandi non possono essere delegate, richiedono – per riuscire – l’impegno di tutti in prima persona.
Dunque, il voto del 24 e 25 febbraio è solo un primo, ma indispensabile passo.

Scarica il volantino

EPUB editor

Ho provato oggi pomeriggio l’ambiente di sviluppo di libri elettronici in formato ePub creato e messo a disposizione da Espertoweb. L’ho fatto creando un piccolissimo ebook su di un argomento di elettronica trattato in classe proprio in questa settimana. Devo dire che la prova è stata più che soddisfacente: lo strumento si è rivelato assai rapido e sufficientemente “friendly” anche grazie al magnifico supporto tutoriale disponibile. Questi i file scaricabili:

La presenza delle due versioni è, ahimé, significativa! Infatti sul’amato iPad la versione interattiva con i quiz non funziona! Colpa del parziale supporto di iBooks e degli altri “reader” allo standard ePub3″. Che dire… speriamo che si rimedi presto! In compenso ho scoperto un ottimo reader, ma da PC però, nel plugin “Readium” di Chrome.

AGGIORNAMENTO 11/02/2013

 

Grazie al pronto intervento di Francesco Leonetti adesso tutto funziona a meraviglia! A quanto pare si era verificato un difetto di esportazione che non permetteva la corretta validazione del formato.

Per capire la “Flipped Classroom”

Bella presentazione di Laura Antichi gentilmente condivisa su slideshare. La condivido a mia volta!

RLC serie – una risorsa aperta

20130201-231210.jpgHo provato a produrre una piccola risorsa, potremmo definirla una “unità di apprendimento”, per gli alunni della mia quinta classe. L’ho fatto adoperando l’ambiente (e lo spazio) messo gratuitamente a disposizione da oercommons.org, sito di riferimento per la raccolta, e non solo, di risorse didattiche “aperte”, nel senso che si tratta di risorse condivise, liberamente utilizzabili e anche liberamente modificabili. Il termine “aperte” va quindi ben al di là del concetto di gratuità: si tratta di materiali per i quali vengono forniti anche gli originali (esemplificando: i file word anzicchè i pdf…) modificabili. Chi volesse approfondire il discorso troverà utile questo punto di partenza: http://wiki.creativecommons.org/IT/Documentazione.
Passo quindi senza indugio a descrivere le mie Impressioni di utilizzo dell’ambiente di editing “openAuthor”.
L’aspetto è estremamente “pulito” con una interfaccia di utilizzo assai intuitivo e piacevolmente rapida nel rispondere ai diversi “click”. Lo strumento di scrittura è piuttosto elementare, privo di sofisticate formattazioni, ma non ho avuto modo di desiderare di più. In compenso è estremamente comodo l’utilizzo della colonna di sinistra per la generazione dei capitoli e dei sottocapitoli: l’immediatezza e la facilità nella riorganizzazione lo tende uno strumento magnifico anche solo a livello della progettazione della scansione dei contenuti.
L’inserimento di immagini, grafica e contenuti multimediali è anch’esso molto funzionale e consente sia l’upload dei file che l’embedding da risorse esterne.
Una volta completato il testo si passa alla procedura di pubblicazione che prevede l’inserimento delle utili e opportune informazioni a corredo, ovvero un abstract, l’elenco degli obiettivi perseguibili, la descrizione della natura del lavoro (libro di testo, recensione, assignment, quiz, etc), le parole-chiave, la lingua utilizzata, la licenza (aperta) per il rilascio. Una volta effettuata la pubblicazione il lavoro viene inserito negli elenchi dei materiali presenti sul sito e messo a disposizione del pubblico.

20130201-234450.jpgDisponibile ovviamente un link per riportarne l’indirizzo ma anche i bottoni per il download sia in versione pdf che in versione ebook. I docenti che volessero effettuare una modifica e un adattamento hanno la possibilità di scaricare il “bundle” completo dei materiali sorgente.

Edmodo, comoda e semplice classe virtuale

Riporto in questa sede un post che ho scritto per il sito del Cidi di Palermo.

… Parlo diEdmodo che ci mette gratuitamente a disposizione delle possibilità davvero interessanti: diamo un’occhiata!

L’interfaccia si presenta classicamente a tre colonne, con la colonna centrale dedicata, come ormai è d’uso sui social network, alla “bacheca”.

Su di essa il docente può inviare delle note, per esempio il lavoro svolto in classe o alcune considerazioni aggiuntive su di un dato argomento, degli avvisi relativi per esempio a qualche cambiamento di programma da comunicare urgentemente, dei veri e propri “compiti” che gli studenti devono consegnare e che daranno poi dal docente valutati sulla stessa piattaforma, dei quiz per realizzare sistemi di valutazione, dei sondaggi. Nell’immagini qui sopra riportata (si tratta di una mia classe di quest’anno) possiamo vedere un messaggio che semplicemente annota l’argomento trattato in classe nella giornata e un secondo messaggio al quale è allegato un file pdf che riporta la soluzione di un compito. Per ogni messaggio è prevista la possibilità di inserire dei commenti e delle risposte, utile funzionalità per favorire il dialogo educativo relativo ai diversi argomenti e alle diverse fasi dei lavori. Molto interessante la possibilità di inserire dei contenuti provenienti dalle classiche fonti del web 2.0: youtube, flickr, scribd, slideshare, etc. Nell’immagine qui di seguito dei video inseriti direttamente da youtube:

Altre volte utilizzo Edmodo per caricare delle foto di quanto tracciato sulla lavagna dell’aula. Si fanno con uno smartphone ( o direttamente dall’iPad). Le chiamo “lavagnate” e sono utile corredo agli appunti presi durante la lezione:

Altra funzionalità molto utile è costituita dalla “libreria”, uno spazio nel quale depositare materiali , link, immagini, documenti che possono essere utilizzati ogni qualvolta occorre. So viene a costituire così nel tempo un prezioso archivio personale di materiali didattici già direttamente on line:

Per questo post mi fermo qui ma non prima di aver messo in evidenza qualche altro aspetto importante:

  • la possibilità per gli alunni di creare account anche senza inserire indirizzi di posta elettronica, aspetto questo particolarmente utile per alunni minorenni
  • la possibilità di un account parallelo per costituire un canale di dialogo riservato con i genitori
  • la “chiusura” della classe al mondo esterno: google non entra e così nessun altri che non faccia parte del gruppo classe.

Didattica per le nuove generazioni – cosa è necessario

Estraggo da una recente presentazione di Aldo Torrebruno alcune condivisibili considerazioni sui passi da compiere per l’adeguamento della scuola alle mutate esigenze di formazione  e generazionali.
La tecnologia a scuola non più un’eccezione o una novità e quindi è necessario:

a brevissimo termine

  • Considerare come standard della tecnologia l’utilizzo come strumento ABILITANTE per QUALSIASI MATERIA
  • Cambiare focus: dai progetti di moda che fanno sensazione e “immagine” alla didattica quotidiana
  • Valutare con più attenzione la tecnologia: come funziona, cosa funziona, in che senso funziona, quando funziona, a che condizioni funziona…
  • Rivedere la formazione di base dei nuovi docenti
  • Rivedere la formazione dei docenti già in servizio ed aiutarli ad un habit change
  • De-ideologizzare il dibattito sull’uso delle tecnologie e fare maggior uso di evidenze empiriche (casi reali)
  • Rafforzare la diffusione e circolazione delle esperienze significative
  • Creare una rete di comunità online diinsegnanti e ricercatori che: discutono,approfondiscono, sperimentano, diffondono, …
  • Continuare  con progetti “campione”, che con coraggio aprano nuove strade, che poi la comunità possa percorrere: comunità di interessi e comunità di pratica quasi si fondono

a medio termine

  • Ridefinire le competenze di base (da sviluppare ai vari livelli di scolarizzazione), non solo abilità tecnologiche, ma anche:
    • Media literacy
    • Capacità comunicative
    • Capacità di gestire un progetto
    • Gestione di eccesso (overload) di informazione
    • Gestione del tempo
    • Life-long learning
    • Apprendimento online …
  • Rendere la scuola bilingue: italiano e inglese.Deve diventare possibile per studenti e docenti fruire dell’incredibile mole di materiali esistenti in ambiente anglosassone e dialogare con il resto del mondo. Non una moda, ma una necessità (anche in ottica professionale)!
  • Ridefinire le modalità di lavoro curriculari ed extra curriculari: orari e organizzazione degli spazi attuali rendono difficile (o impossibili) attività progettuali
  • BLENDED LEARNING: non solo a scuola e in orario scolastico, ma anche apprendimento on-line … magari iniziando da casi specifici: corsi di recupero, corsi di approfondimento, corsi per contenuti extra, corsi per studenti eccellenti, …
  • Rovesciare la classe: FLIPPED CLASSROOM , in cui le ore a scuola siano quelle a valore aggiunto!

 

Competenze e Tecnologie Digitali

Nell’ambito del corso organizzato dal Cidi di Palermo per la preparazione al concorso a Cattedra, ho tenuto oggi pomeriggio un incontro di formazione sull’utilizzo didattico delle tecnologie. allego qui gli appunti utilizzati: