Planeta viral marketing

Citando da wikipedia ( http://it.wikipedia.org/wiki/Marketing_virale)

Il principio del viral marketing si basa sull’originalità di un’idea: qualcosa che, a causa della sua natura o del suo contenuto, riesce a espandersi molto velocemente in una data popolazione. Come un virus, l’idea che può rivelarsi interessante per un utente, viene passata da questo ad altri contatti, da questi ad altri e così via. In questo modo si espande rapidamente, tramite il principio del “passaparola”, la conoscenza dell’idea.

Devo ammettere che l’idea mi faceva un pò d’antipatia, già la sola idea di marketing me ne fa, il fatto poi che si sfruttasse una caratteristica della rete per ottenerne un effetto classico delle comunicazioni pre-internet, aggravava decisamente la pesantezza del mio giudizio.

Ma qualcosa mi ha fato cambiare idea, una foto, precisamente questa:

Una reflex dentro un contenitore da frigo con l'obiettivo che sporge da un foro praticato su di un lato.

Una reflex digitale in un contenitore da frigo!

Geniale direi, da sola mi ha fatto apprezzare il lavoro di  Mosaicoon, agenzia realizzatrice del nuovo sito web della nota casa vinicola siciliana Planeta.  La camera, adeguatamente – come si vede nella foto – riparata dalla umidità e dalla pioggia, è quella che riprende, a regolari intervalli di tempo, l’immagine che fa da sfondo temporaneo alla home del sito Planeta. Una idea interessante, mutuata dalla logica delle webcam, ma con la qualità di immagine di una buona fotografia. La scena ripresa è sempre la stessa: una panoramica dei vigneti che include un tratto del lago Arancio. Ma l’orario e le condizioni climatiche la rendono sempre diversa.

Decisamente un buon lavoro!

Arca dei Suoni – Aspetti e Innovazioni

Aspetti formativi e innovativi del progetto “Arca dei Suoni”

Lo scorso 2 marzo si è tenuta a Palermo, presso l’Albergo delle Povere, la presentazione del primo numero della pubblicazione “Quaderno di Arca dei Suoni”. E’ stato un momento interessante di incontro tra gli amministratori e il pubblico convenuto, soprattutto composto da studenti e da docenti provenienti dalle scuole che sono state coinvolte nella prima fase di vita e di sperimentazione del progetto.

Ho partecipato all’evento con una relazione che allego qui di seguito in forma di “slidecast” (le slide sincronizzate con l’audio “live” della presentazione)

Mi piace, in questa sede, cercare di sottolineare ulteriormente quanto indicato nella slide n. 12 . E’ infatti opportuno riflettere sul, e valorizzare fortemente, il valore didattico e formativo della iniziativa. Trattandosi di beni culturali l’aspetto formativo viene, in un certo senso, dato per scontato, ma con il progetto “Arca dei Suoni” si mettono in campo dinamiche potenzialmente assai interessanti, dinamiche a maggior grado di coinvolgimento di quanto possano fare eventi e momenti centrati sulla fruizione piuttosto che sulla creazione. Mi voglio esplicitamente riferire all’aspetto di scoperta e di manipolazione insiti e connaturati alle operazioni di registrazione e di pubblicazione di un contributo audio (per chi non lo sapesse: arcadeisuoni.org è un sito sul quale gli utenti possono direttamente pubblicare contributi sonori di carattere culturale). Gli studenti vengono in questo mobilitati su più livelli, da quelli tecnici della registrazione, a quelli espressivi del prodotto finito e infine a quelli critici degli eventuali feedback su quanto pubblicato. In questo processo accade un qualcosa di veramente importante e formativo: il racconto (per fare un esempio ma potrebbe essere un canto o qualcos’altro) che si va a registrare e pubblicare, in quanto effetto della propria ricerca e della successiva manipolazione, diventa un qualcosa di personale, qualcosa che fa parte della storia personale. In qualche modo, quanto documentato diventa parte del patrimonio personale di chi lo documenta: e questo è un modo non soltanto per imparare, ma per generare direttamente e immediatamente patrimonio culturale! Si valuti questa affermazione alla luce del discorso sulle competenze che da qualche tempo è diventato centrale nella scuola, discorso estremamente complesso, del quale fanno parte degli obiettivi particolarmente difficili da raggiungere in una situazione, quale quella scolastica, nella quale la vita reale viene approcciata, quando va bene, con le forme della simulazione. Arca dei Suoni ha le potenzialità per far superare questo gap tra la vita scolastica e le emergenze culturali del territorio e per di più con modalità di produzione mediatica che fanno parte della cultura giovanile e che non richiedono alcun investimento in tecnologia. Partecipare all’accrescimento dell’archivio sonoro di Arca dei Suoni è un generatore di competenze: come risultato mi sembra niente affatto disprezzabile.

Nucleare? No grazie!

Logo "Nuckeare No Grazie!

E’ proprio il caso di far circolare nuovamente il sole che ride!

Personalmente, trascorsi i decenni che ci separano dal successo di questo simpatico simbolo, continuo ad essere convinto della non opportunità dell’investimento nell’energia nuclerae e nella sostanziale impossibilità di fare un nucleare realmente sicuro. Lo sono stato sempre, non sono questi ultimi avvenimenti giapponesi a muovermi. Il referendum col quale l’Italia aveva chiuso la sua storia col nucleare è stato per me sempre valido. Mi piacerebbe che tutti lo ricordassimo, che tutti ne fossimo sempre fermamente convinti.

The Horizon Report 2011

Disponibile a questo indirizzo: http://net.educause.edu/ir/library/pdf/HR2011.pdf

Queste le tecnologie di prossima adozione secondo il rapporto del The New Media Consortium

  • Meno di un anno
    • Electronic Books
    • Mobiles
  • Da due a tre anni
    • Augmented Reality
    • Game-Based Learning
  • Da quattro a cinque anni
    • Gesture-Based Computing
    • Learning Analytics

Se penso all’introduzione di queste tecnologie nella scuola, almeno quelle di immediata adozione quali i libri elettronici e l’utilizzo del “mobile-learning” mi viene da pensare alla grande sfida che ci attende come docenti. Si tratta infatti di una trasformazione che non prevede la necessità di attrezzature e investimenti da parte delle scuole: libri e telefonini sono e saranno ancora del tutto personali. Ciò significa che, come docenti, non potrempo più nasconderci dietro le inefficienze del “sistema”.

Chi si sente pronto?

Time-to-Adoption: One Year or Less
Electronic Books………………………………………………………………………………………………………………………. 8
? Overview
? Relevance for Teaching, Learning, Research, or Creative Inquiry
? Electronic Books in Practice
? For Further Reading
Mobiles…………………………………………………………………………………………………………………………………. 12
? Overview
? Relevance for Teaching, Learning, Research, or Creative Inquiry
? Mobiles in Practice
? For Further Reading
Time-to-Adoption: Two to Three Years
Augmented Reality…………………………………………………………………………………………………………………. 16
? Overview
? Relevance for Teaching, Learning, Research, or Creative Inquiry
? Augmented Reality in Practice
? For Further Reading
Game-Based Learning……………………………………………………………………………………………………………. 20
? Overview
? Relevance for Teaching, Learning, Research, or Creative Inquiry
? Game-Based Learning in Practice
? For Further Reading
Time-to-Adoption: Four to Five Years
Gesture-Based Computing………………………………………………………………………………………………………. 24
? Overview
? Relevance for Teaching, Learning, Research, or Creative Inquiry
? Gesture-Based Computing in Practice
? For Further Reading
Learning Analytics………………………………………………………………………………………………………………….. 28
? Overview
? Relevance for Teaching, Learning, Research, or Creative Inquiry
? Learning Analytics in Practice
? For Further Reading

Gapminder world ovvero: non ce la passiamo tanto male . . .

Sito veramente assai interessante! Su una mappa interattiva si visualizzano correlazioni tra i parametri economici e demografici dei vari paesi del mondo. Detto così sembra arido argomento da economisti, ma basta appena qualche secondo per rimanerne catturati. Esempio

In questa immagine ogni pallino colorato rappresenta un paese: in blu quelli africani, in arancio quelli europei e così via. Sull’asse orizzontale il reddito pro-capite, sull’asse verticale, in altezza, l’aspettativa di vita. Possiamo ben contenti di vedere che l’Italia è collocata nella parte più privilegiata del mondo: uno tra i migliori redditi procapite e una tra più lunghe aspettativa di vita 🙂

Interessante anche questa seconda immagine:

nella quale vediamo l’andamento degli stessi parametri, ovvero aspettativa di vita in funzione del reddito, questa volta in prospettiva storica, dal 1800 ad oggi. Si vede un andamento sempre crescente, con eccezione, prevedibile, di due brusche discese in corrispondenza dei due conflitti mondiali.

Una esperienza di orientamento

basetta sperimentale usata durante l'attivitàIn qualche caso sarebbe più corretto parlare di vera e propria “campagna acquisti”! Ebbene sì, ci siamo ridotti, a scuola, a contenderci gli alunni, a cercare di salvare il numero di cattedre di un istituto, a tentare di non perdere colleghi o andare in soprannumero (al sottoscritto è già capitato ben tre volte . . .). Così, in questo periodo di preiscrizioni scolastiche, cerchiamo di organizzare quanto possiamo per invogliare gli studenti della terza media a “scegliere noi”.

Al Majorana quest’anno abbiamo deciso di provare ad organizzare delle attività di laboratorio, a far lavorare concretamente a qualche piccola esperienza i nostri potenziali alunni dell’anno venturo, e quindi mi sono trovato coinvolto nell’organizzare un qualcosa di manipolabile e comprensibile per il laboratorio di “elettronica”.

Cosa non facile, nel nostro istituto, dovendo far “concorrenza” agli effetti speciali del laboratorio di chimica, con cambiamenti repentini di colore dei composti, con l’insieme di vetrerie e spettrometri, di molto più spettacolare. Bisognava dunque pensare ad un qualcosa di attraente e insieme significativo del percorso dell’indirizzo “informatica”, qualcosa che potesse essere significativo del rapporto tra elettronica e trattamento dell’informazione, argomento evidente se solo si pensi al mercato dei media digitali, ma assai difficilmente dimostrabile a dei dodici-tredicenni in visita. Con il collega insegnante tecnico pratico abbiamo dunque velocemente realizzato un piccolo lavoro dal titolo: Dado Elettronico ovvero “Codici e Tensioni” , qui scaricabile, basato su un dispositivo fatto da una serie di led colorati disposti a formare i punti di un dado da gioco e da un paio di integrati digitali per generare una combinazione numerica da visualizzare sul “dado”. La dispensina comprende una scheda da far compilare ai ragazzi durante l’attività: si tratta di far coincidere il numero visualizzato sul dado col numero binario a tre cifre riportato su di una apposita colonna. Una volta fatto questo si può constatare che la combinazione in codice binario è esattamente corrispondente, riga per riga, alla combinazione dei collegamenti a 5 volt o a massa dei tre fili usati per “lanciare il dado”; in tal modo risulta evidente che in elettronica trattiamo grandezze elettriche che, opportunamente codificate, consentono il trattamento dell’informazione (mi riferisco qui ovviamente alla natura e al concetto di “informazione elementare”, di codici “fatti da bit”).  Più difficile a descriversi che a farsi e infatti molti ragazzi hanno subito colto il nesso e terminata la compilazione della scheda in un tempo veramente breve.

Per me è stato interessante sia il contatto con i ragazzi di età inferiore a quella dei miei allievi del triennio superiore, sia la piccola sfida intellettuale del pensare e realizzare una attività didattica insieme abbordabile, attraente e significativa; viene da pensare, vien voglia di provare, una generalizzazione del metodo . . . La mia gratitudine a quanti vorranno dare un’occhiata alla dispensa e inviare qualche considerazione.

… adesso i prof ve la faranno pagare!

Sulla scuola, sull’insegnamento, su come poter fare apprendere.

Negli ultimi giorni delle vacanze di natale e capodanno mi è capitato di sentire più volte affermazioni come quella riportata nel titolo: adesso i prof ve la faranno pagare . . . con evidente riferimento al doppio ritorno alla scolastica normalità, dalle feste di calendario e dal periodo di proteste e di occupazioni delle scuole. Periodo, evidentemente (e non senza qualche motivo), considerato “vacanza” anch’esso, sebbene non regolamentare.

Cose del genere fanno pensare. Mi fanno pensare alla qualità del rapporto tra insegnanti e allievi, al vissuto di questo, alla sedimentazione storica delle opinioni in merito a questa critica interazione così caratteristica di una parte importante della vita. L’affermazione starebbe a significare una sorta di conflitto: docenti da una parte, studenti dall’altra. Che si contrappongono per opposti interessi. A ben guardarli, questi interessi, non riesco a vederne la contrapposizione: il processo di insegnamento/apprendimento è un processo di crescita che interessa entrambe “le parti” coinvolte. Entrambe le parti mettono in campo il meglio e il peggio di se stesse: la voglia di capire, di crescere, di saper fare qualcosa. Ma anche la pigrizia, l’annoiarsi, l’ostinarsi su posizioni improduttive o addirittura dannose. Niente di male, siamo degli umani, siamo fatti così! Ma nell’affermazione “ve la faranno pagare” c’è tutto un senso di rivalsa, una voglia di mortificazione. E anche una sorta di legittimazione al ristabilimento di una gerarchia, come se ai ragazzi si dicesse: voi vi siete permessi di non fare scuola, adesso a noi è permesso maltrattarvi. C’è un qualcosa di vendicativo, c’è un qualcosa di represso. Del tutto assente qualsiasi significato pedagogico ed educativo! Attenzione, non vorrei essere frainteso, qualcuno potrebbe essere portato a pensare che sto per affermare che tutti vanno comunque e sempre promossi, che voglio affermare un diffuso e pervasivo “buonismo”.  No, non è questa l’affermazione nè è questo il soggetto. Qui si parla di interazione formativa. Io, adulto, professionista, docente, da una parte; dall’altra adolescenti, a scuola. La correttezza di questo rapporto vorrebbe che non se ne perdessero gli autentici obiettivi: da parte del docente quello di aiutare l’adolescente ad apprendere e a crescere. Per farlo ha bisogno che la sua persona e il suo ruolo godano del giusto rispetto e della giusta considerazione, questo è certo. Ed è giusto intervenire, ove occorre, per affermarlo. Ma questo non può e non deve comportare alcunchè possa assumere i contorni e i modi della rivalsa. Come docenti non abbiamo proprio nulla per il quale “rivalerci” sui nostri alunni.

In parallelo alla riflessione precedente ne sto facendo, in questi giorni, un’altra, anch’essa un pò scoraggiante. E cioè: finite l’agitazione, le manifestazioni, le occupazioni, finito il momento di mobilitazione, ci aspettiamo tutti, sottolineo tutti, che le cose tornino esattamente come prima. E cioè che si torni in classe da una parte ad erogare le stanche lezioni frontali, dall’altra a imparare la lezione per ripeterla come meglio viene al prof. Obiettivo: il 6 ma . . . anche il 5 non è poi così male! In questo io vedo solamente che quanto andiamo facendo viene completamente svuotato di significato. C’è stato un momento di presa di coscienza, o almeno di un tentativo in questa direzione? Com’è possibile che nulla sia cambiato? Torniamo qua al discorso della stratificazione storica, della  percezione delle aspettative che come società nutriamo nei confronti del sistema della formazione. Questo percepiamo: che la scuola sia la noia di una classe come sempre l’abbiamo vista e conosciuta. A questo ci adeguiamo. Conformismo! Cos’altro?

Ultima riflessione, collegata alle precedenti dal filo condutore delle aspettative. Leggo nell’interessante articolo Choices in learning design:

We’re always exhorted to know our “audience” before trying to teach them. Is there someone you can work with who knows the daily life of the people you’re trying to teach? Can you plan in some time to work with them for a day or two?

Can you build up a picture of a “typical” learner or two? It’s really useful to have these pen portrait personas, as it then helps as model to test your ideas against. NB. I linked to the Personas (marketing) article on Wikipedia, as it’s my belief that learning and marketing have similar objectives (to change behaviours).

Il periodo è molto denso: se potessimo vivere un giorno o due alcune giornate a contatto con gli alunni, saremmo molto più informati su come progettare la didattica. Addirittura l’autore propone l’applicazione del concetto di personas come viene declinato dagli specialisti di marketing. Questa idea mi ha provocato un moto di repulsione immediato, tranne poi a riflettere sul fatto che il marketing deve motivare all’acquisto, l’insegnamento alla acquisizione di competenze. L’aspetto motivazionale e di cambiamento del comportamento presenta delle analogie che fanno riflettere.  Interessante anche un commento nel quale si afferma che per quanto belle e interessanti possano essere le teorie pedagogiche e i convincimenti di chi insegna, in nessun caso le si potrà applicare in contrasto con i convincimenti e le aspettative di chi apprende ( e anche, in senso lato, del sistema offerente la formazione).

Ne discende, evidentemente, che la conoscenza dei nostri alunni, false aspettative comprese, se non obiettivo, almeno è un forte prerequisito della progettazione didattica. E questo mi conforta nella convinzione che sia necessario abbandonare il conformismo e affrontare il cambiamento.

Learning and Knowledge Analytics

Ancora un interessantissimo corso di tipo Mooc (Massive open online course) proveniente dagli ambienti dei connettivisti canadesi. Questo il blog di riferimento: www.learninganalytics.net/

Purtroppo so già che non riuscirò a seguirlo, se non marginalmente, ma il tema dell’analisi delle tracce della nostre attività di apprendimento, le “Learning Analytics”, mi sembra assai interessante. Nel syllabus del corso se ne prospetta una possibile applicazione anche nell’ambito che professiopnalmente mi interssa di più, ovvero nel lavoro quotidiano, a scuola, con le singole classi. Riporto qui la presentazione di apertura che è stata resa disponibile:

My PLN (Personal Learning Network)

Una rappresentazione abbastanza accurata ed immediatamente ottenibile della propria rete di apprendimento personale è fornita da TwitterMosaic.

Ecco la mia:

Get your twitter mosaic here.

 

Turkish feelings

Da Refresh – Ankara Kickoff Meeting

Kickoff meeting (Comenius Regio Project: Refreshments Policies for Teaching Staff) just finished with the pleasure of  a sumptous dinner from the Ankara Milli Eitim Müdürlügü. We are going now to Kapadokia: the wheater is not fine, a little fog, a little rain while the little bus safely runs along the dualcarriageway.

It last from yesterday night I would like to write something about this experience. I’ll start with a feeling ( probably  it’s only my own): the embarassement. Embarassement to not be able to early  understand the depth of the project, the quality of our partner organization, the clearness of statements. They are working hard, it’s immediatly evident. In the weeks we tried only to solve logistic problems: how to buy the tickets, how to not exceed the budget, the turkish partners went deeper in the project. They already  know “who” will do “what”, the deadlines. Schedules are ready.

Turkish hospitality. As always hot and generous. Sometimes till touching, as during the Hasanoglan Ataturk Anadolu Ogretmen Lisesi visit: they gave us a warm welcome, they showed the school, the classrooms, the labs. They told us the history of that school. They offered us a snack ( it would be better to name it “dinner”) while pupils and teachers was playing and singing turkish standards. Each of us receveid a wonderful present: an  “Ebru” art! It has been a time with a great feeling.

Very interesting, in Ankara, the Anitkabir  (Ataturk Mausoleum) visit. For sure, the  rhetoric is perceptible, the personality cult is strong. Yet there is something really “live” in that place. “I love this man” said Özlem and Yildirim while watching the wax statue of Kemal Atatürk. They said it simply and with genuinenness. I cannot skip some thougths: Turkish Constitution was made in 1924, the Italian Constitution was made in 1947. Not so far, in the history of the two countries, still in Turkey I have a feeling:  the forces from the foundation of the state are strong and vital and are the basement of the nation unity till now. Completely different, in Italy that forces are drained.  Actually “Lega Nord” party is threaten the secession. Everywhere people get bored and disillusioned.

Last observation: they are young! The average age in the turkish staff is really lower then ours. In the turkish school, teachers are usually  young: the greater freshness, the greater energy are evident.

Next meeting on may, in Palermo.

[Started writing in Turkey, finished in Italy]