Trasecolato leggo su Repubblica-Palermo di oggi l’articolo di Chiara Saturnino:
A Sferracavallo il paesaggio si affaccia sul mare. E il mare, incontrastato, si abbatte sul paesaggio provocando non pochi danni. . . .
Che dire, l’idea del paesaggio come di una entità agente, capace di “affacciarsi” . . . Il mare poi, parte integrante del paesaggio, che fa, si abbatte su se stesso?
Decisamente una frase poco felice, ma si capisce, sono cose che possono capitare . . . Certo, anche il contenuto dell’articolo non é che mi convinca molto: se il mare provoca danni a qualche manufatto, significa al 90 per cento che quel manufatto là non doveva starci! Ma questo, ovviamente, è solo il mio insignificante parere 😉
Articoli di questo tipo mi fanno temere che si voglia mettere mano a nuove colate di cemento lungo la costa, evento questo da evitare come la peste! Se poi ogni tanto qualche mareggiata intacca muretto e sede stradale . . . bè, si possono sempre riparare!
Concordo in pieno.
Tra l’altro il paesaggio di cui parla la giornalista è uno dei più belli della nostra provincia, suggerisco alla stessa la lettura del libro di Alan Weisman “Il mondo senza di noi”, potrebbe immaginarlo da un altro punto di vista.