Colgo l’occasione della visione del video SchoolbookCamp a Fosdinovo – Videointerviste per qualche riflessione sul libro di testo digitale. Premetto che si tratta di un campo per me assolutamente nuovo e che si tratta di riflessioni allo stato “larvale”. Nel video emerge molto chiaramente che la domanda che vien fuori da più parti riguarda la forma del libro digitale, la sua concezione come “oggetto” e, di conseguenza, il ruolo e il posto dell’editoria nella produzione e vendita di questi supporti didattici. Mi sembra di percepire uno sforzo di definizione eccessivo, uno sforzo che rischia fortemente di essere a breve vanificato dai fatti: le forme, i tipi, le dimensioni, gli stili potrebberto essere le più svariate, non credo che oggi ci sia qualcuno capace di definire concretamente questo nuovo tipo di oggetti. Mi viene da pensare alla contemporanea presenza di due tipologie di base: da una parte un qualcosa che somiglia piuttosto da vicino al libro tradizionale, nel senso che si tratta di un insieme di contenuti strutturati e organizzati in modo tale da incoraggiare e assecondare una certa propedeucitità. Che si tratti di un pdf piuttosto che di qualche altro standard poco importa; magari ci staranno dentro contenuti multimediali (ma non incoraggerei troppo questo sviluppo per non mettere in difficoltà i nascenti device basati sul concetto di “inchiostro elettronico”). In ogni caso si tratterà di qualcosa di leggero, possibilmente più economico ed ecologico, aggiornabile con la cadenza più opportuna. Dall’altra parte vedrei la nascita e la distribuzione di produzioni “dal basso”, ovvero di elaborati prodotti da singoli docenti e ricercatori, oppure da elaborati selezionati tra quelli prodotti come lavoro didattico nelle scuole. Si tratterebbe in quesato caso di prodotti gratuiti e poco o niente strutturati, da fruire possibilmente con la guida di un docente o di un tutor. Le due tipologie di prodotto non sarebbero tra loro in concorrenza: ci sarà sempre la necessità di seguire percorsi propedeutici, soprattutto nelle fasi iniziali dello studio di una disciplina. E qui ci sarebbe lo spazio per l’editoria “tradizionale”. D’altro canto, se adotteremo in modo crescente strategie didattiche basate sulla ri-costruzione della conoscenza, in modo proporzionalmente crescente assisteremo allo sviluppo di elaborati e prodotti che, esaurito lo scopo primario (apprendimento mediante elaborazione), andrebbero a collocarsi tra le file dei materiali Creative Commons liberamente consultabili in rete.
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