Lo Stato-Nazione ha una storia abbastanza recente. E’ una << entità allo stesso tempo territoriale, politica, sociale, culturale, storica, mitica e religiosa >>. Vi è in esso la doppia natura di società , caratterizzata dalle dinamiche e dai conflitti interni, e di comunità , caratterizzata per aspetti identitari, di attitudini e di reazioni (di fronte allo straniero e al nemico). Vi è inoltre un aspetto comunitario che deriva dall’insieme di valori, costumi, riti e credenze che si sono determinati nel corso della storia. Prende il nome di comunità di destino e viene tramandata di generazione in generazione.
Nelle comunità di destino esiste anche una fraternità mitologica basata sul dualismo materno/paterno della coppia “patria”/”stato” che << trasferisce su scala di vaste popolazioni di migliaia di individui […] le calde virtù delle relazioni familiari . . . >>
Nel caso in cui la fraternità mitologica comincia ad essere percepita anche come fraternità biologica può nascere e prendere il sopravvento il mito del razzismo.
La natura complessa e articolata del mondo nel quale oggi ci troviamo a vivere ci spinge verso il superamento del concetto di Stato-Nazione. In questa ottica diventa importantissimo per un sistema di istruzione lavorare alla formazione di una “cittadinanza europea” capace di accogliere l’eredità della tradizione occidentale e insieme di contribuire al superamento delle tensioni con l’est europeo.
Dovremmo inoltre cominciare ad insegnare una storia generale dell’umanità che ci faccia riconoscere la nostra “identità terrestre”. Per riuscire in questo scopo dobbiamo concepire:
- una comunità di destino, nel senso che tutti gli uomini sono sottoposti alle stesse minacce nucleari e agli stessi sconvolgimenti ambientali della biosfera nella quale viviamo;
- una identità umana comune che certamente è genetica, ma anche morfologica, anatomica, fisiologica, cerebrale;
- una << comunità di origine terrestre a partire dalla nostra ascendenza e identità androide, mammifera, vertebrata che fa di noi figli della vita e figli della Terra.>>
La conclusione di Morin è assolutamente paradigmatica: << Si è veramente cittadini quando ci si sente solidali e responsabili. Solidarietà e responsabilità non possono arrivare nè da pie esortazioni nè da discorsi civici, ma da un sentimento profondo di affiliazione, sentimento matri-patriottico che dovrebbe essere coltivato in modo concentrico in ogni singolo Stato, in Europa, sulla Terra >>.
Sto preparando un esame di pedagogia e mi sta aiutando parecchio la sua recensione su “la testa ben fatta”. Volevo semplicemente ringraziarla.