L’ultimo numero di elearningpapers è dedicato all’utilizzo dei Personal Learning Environment. Ne riporto qui i link per un rapido accesso:
Riporto anche l’editoriale del numero:
Una sola parola chiave e tutto è possibile: il Web 2.0 consente il passaggio dai sistemi classici di gestione dell’apprendimento (tecnica dell'”uno per tutti”) agli ambienti di apprendimento personali (tecnica dell'”uno per me”) costituiti da pezzi, frammenti ed elementi, raccolte di strumenti e servizi, che, riuniti, costituiscono paesaggi individuali e/o condivisi di conoscenze, esperienze e contatti. Si passa così dal paradigma dell’isola, rappresentato dalla tecnica dei sistemi di gestione dell’apprendimento, alla visione del Web come porta di accesso verso opportunità di apprendimento.
Dopo aver sostenuto in passato che l’e-learning apriva la strada all’individualizzazione dell’educazione, possiamo oggi affermare che gli ambienti di apprendimento personali (Personalised Learning Environments o PLE) la concretizzano.
Questo nuovo numero di eLearning Papers presenta una selezione di articoli sugli ambienti di apprendimento personali.
Come le scuole riescono a favorire la personalizzazione dell’apprendimento con il ricorso alle tecnologie digitali? E’ la domanda che si pongono Philip Banyard e Jean Underwood nel loro articolo, che studia la relazione tra le tecnologie digitali e le evoluzioni attuali per offrire un’esperienza di apprendimento più personalizzata.
Sandra Schaffert e Wolf Hilzensauer presentano sette aspetti essenziali degli ambienti di apprendimento personali, derivanti dalle conseguenze e dai problemi legati ai PLE e alla diffusione del loro uso. Tali aspetti possono servire come base per le decisioni dei discenti, degli insegnanti e degli istituti educativi in favore (o contro) il concetto tecnologico dei PLE, a livello generale e tenendo conto delle sue implicazioni pedagogiche.
L’articolo di Fridolin Wild, Felix Mödritscher e Steinn Sigurdarson presenta un punto di vista critico sui modelli contemporanei di apprendimento personalizzato basato sull’adattamento. Secondo gli autori, un’altra soluzione proposta, l’ambiente di apprendimento personale con applicazione composita (mash-up), può² fornire migliori meccanismi di adattamento per la creazione e l’aggiornamento dell’ambiente di apprendimento.
L’articolo di Laura Gonella ed Eleonora Pantò può² aiutare a capire se l’e-learning 2.0, cioè l’e-learning basato sugli strumenti e gli approcci tipici del Web 2.0, è in grado di rivelarsi utile in diversi contesti ed organizzazioni. Gli autori presentano quattro diversi modelli organizzativi e la corrispondente evoluzione delle architetture didattiche.
Il progetto iClass è stato concepito come un sistema innovativo adattato alle esigenze individuali. Due diversi articoli descrivono il progetto per i nostri lettori: il primo esamina il processo di sviluppo della visione e del modello pedagogico durante il progetto; il secondo analizza il modo in cui i processi di apprendimento autoregolati possono essere sostenuti con l’ausilio dei PLE.
Buona lettura!