Sant’Alfio, Etna, Castagno dei cento cavalli. Colmo una lacuna: duemila e passa anni di castagno e non ero mai venuto a conoscerlo. Strepitoso.
Piombato in un’atmosfera lietamente paesana. Per dormire dormo al B&B della proprietaria del bar della piazza. Piove, la ragazza della proloco ne sa meno di me, vado a cenare in un ristorante al centro del paese. Becco la serata karaoke… atroce…. però hanno l’aria di sapersi divertire.
Mattina, bel tempo, non riesco a farmi aprire la cancellata a protezione del castagno: alla proloco hanno la selezione dei candidati per il servizio civile, oltre cento persone!
Fotografo, quindi, da fuori, va bene lo stesso, già penso a raccogliere le castagne cadute a terra, sono grandi, sane e lucide, ma lo spazzino del paese mi precede…
La giornata procede con la visita, del tutto serendipica, alle case rurali di contrada Cava, subito fuori il paese. Bellissime, ancorché abbandonate. La campagna no, ancora è coltivata a vite e frutteto. Tutto rigogliosissimo.
Siedo su un sedile in pietra e mi sento pervadere del senso della perdita della cultura dei tempi antichi, è un vero peccato che tutto stia andando in rovina, una perdita dolorosa. Irrimediabile?
Mangio un boccone e comincio la discesa verso valle. Decido di passare dalla riserva di Fiumefreddo e colmare così un’altra grave lacuna. Arrivo alle 12:55, leggo il cartello all’ingresso: chiusura alle 13!!! Già , dimenticavo, è ovvio, alla provincia di Catania sanno bene che nei pomeriggi del sabato non c’è nessuno in giro …. Portone comunque socchiuso, entro, chiamo, nessuno in giro! Mi inoltro per un centinaio di metri e torno indietro: non vorrei essere chiuso dentro!
Mi sposto sulla spiaggia alla foce del fiume: acqua gelida e cristallina, bagno inevitabile!