Sono veramente dispiaciuto di leggere ( http://www.catepol.net/2009/08/03/facebook-la-gente-e-fuori-sappiatelo-sono-stata-nominata-taggata-accusata-telefonatadiffamata/ ) quanto sta accadendo a Caterina Policaro su Facebook. Tutta la mia solidarietà!
L’occasione è buona per qualche riflessione sulle trasformazioni della rete, ormai decisamente diventata strumento di massa e quindi ospite di dinamiche differenti da quelle che avevamo sin qui conosciuto nella veste di “pionieri” (illuminante il post “ Quando i colonizzatori arrivano prima dei nativi: alcune considerazioni sull’evoluzione della popolazione del web, dal mito della frontiera alla metafora del villaggio turistico”
di Davide Mana).
Il processo ha inizio, per quanto mi è dato capire attraverso l’osservazione della popolazione scolastica superiore, dalla necessità di affermare l’adsl sul nuovo mercato della connettività internet. Ha cosí avuto inizio un uso poco corretto della rete: milioni di adolescenti, ma non solo loro, hanno cominciato a scaricare musica a tutta forza. Complici i fornitori del servizio di connessione che non hanno esitato ad incoraggiare il fenomeno. Complici coloro che hanno deliberatamente equivocato tra risorse “open” e violazione di diritti altrui. D’altro canto non poteva essere la disponibilità della banda larga a trasformare milioni di persone in consumatori e in produttori di contenuti… Apprezzare le potenzialità del mezzo richiede una sensibilità ancora adesso superiore alla media.
E se adesso si comincia a parlare piú seriamente di lotta alla pirateria, probabilmente è anche a causa della quasi saturazione del mercato dell’adsl.
Altro gigantesco cambiamento è stato generato, più recentemente, dalla diffusione di Facebook, verso il quale non nutro alcun sentimento ostile, ma la cui esistenza ha stravolto la composizione dei gruppi di persone con le quali precedentemente mi relazionavo in rete: persone selezionate in base ad interessi ed attività. Adesso mi ritrovo esposto a quella che un tempo era la “passeggiata per il paese”: ci si incontra un pó tutti, amici e parenti (suocere comprese 😉 ) e si vengono a sapere cose che non ci interessano, non ci riguardano, che non vorremmo proprio conoscere.
Vado rapidamente alla conclusione: è certamente un fatto positivo che la rete sia a disposizione di tutti. È altrettanto certo che non si deve trasformare la rete in un gigantesco calderone governato dalle stesse dinamiche di massa dalle quali la rete stessa ci consente di fuggire: la scaletta dei telegiornali, i “grandi fratelli”, le mode stupide e totalizzanti. Sarebbe davvero una grande stupidità, grande come quella che sta affligendo Caterina…